La public history è l’insieme delle pratiche attraverso cui la storia si apre alla società, uscendo dagli spazi tradizionalmente accademici per entrare nei luoghi della vita quotidiana. Non si tratta semplicemente di divulgare contenuti storici, ma di creare un rapporto diretto e partecipato tra il passato e le comunità che lo ereditano. Si fonda sull’idea che la storia non appartenga solo agli specialisti, bensì a tutti coloro che la vivono, la ricordano e la interpretano e che il suo valore aumenti quando diventa un bene condiviso.
Public History, quando il passato esce dalle aule e torna a parlare alle persone
A differenza della storiografia accademica, la public history non privilegia solo la produzione teorica, ma punta a rappresentare e rendere accessibile la conoscenza storica attraverso linguaggi molteplici: mostre, installazioni, documentari, podcast, itinerari urbani, ricostruzioni virtuali, realtà aumentata, laboratori per le scuole, festival culturali e progetti di comunità. Uno degli aspetti centrali è la partecipazione: il pubblico non è destinatario passivo, ma parte attiva del processo d’interpretazione e narrazione.
Un esempio significativo è il lavoro svolto da molti musei della memoria, come il Museo della Resistenza di Torino, che coinvolge cittadini e studenti in laboratori di lettura delle fonti, testimonianze dirette e percorsi tematici nei luoghi reali della città. Allo stesso modo, iniziative come gli urban storytelling project permettono di mappare storie di quartiere attraverso interviste agli abitanti, fotografie d’epoca e narrazioni collettive che ricostruiscono l’identità dei luoghi.
Non meno importanti sono i progetti digitali. Portali on line dedicati alla storia locale, archivi fotografici collaborativi o documentari interattivi consentono di esplorare il passato con strumenti innovativi, spesso arricchiti dal contributo diretto degli utenti. In Italia, numerosi archivi stanno aprendo alla citizen history, invitando i cittadini a contribuire con documenti di famiglia, lettere, diari e fotografie.
La public history, però, non è solo un modo diverso di raccontare il passato: è anche uno strumento civico. Permette di affrontare temi sensibili - come migrazioni, conflitti, diritti, cambiamenti sociali - attraverso processi condivisi che favoriscono la comprensione reciproca e la costruzione di un senso di comunità. La pluralità delle voci diventa un valore: si riconosce che il passato è complesso, stratificato, interpretato da prospettive diverse e che proprio questo pluralismo arricchisce il dibattito pubblico.