Il film Qualcuno volò sul nido del cuculo è uno dei capolavori del cinema americano e rimane un’opera significativa anche a cinquant’anni dalla sua prima proiezione negli Stati Uniti. Tratto dal romanzo di Ken Kesey del 1962, il film racconta la storia di Randle McMurphy, un uomo che, fingendosi malato di mente per evitare il carcere, entra in una clinica psichiatrica e scopre che la cosiddetta cura è spesso una forma di controllo oppressivo.
Cinquanta anni dall'uscita di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”
La pellicola, diretta da Miloš Forman ed interpretata in modo magistrale da Jack Nicholson, debutta il 19 novembre 1975 nei cinema di New York, come il Sutton e il Paramount, segnando l’inizio di una lunga serie di successi.
Il film ebbe un impatto immediato e duraturo. Nel 1975 risultò il secondo film più visto negli Stati Uniti ed in Canada, con incassi interni di circa 109 milioni di dollari, mentre in tutto il mondo superò i 163 milioni di dollari, diventando uno dei prodotti di maggiore successo della United Artists. La critica lo accolse con entusiasmo ed i riconoscimenti furono straordinari: il film vinse tutti e cinque i principali Oscar: Miglior Film, Miglior Regista per Miloš Forman, Miglior Attore per Jack Nicholson, Miglior Attrice per Louise Fletcher nel ruolo dell’infermiera Ratched e Migliore Sceneggiatura Adattata.
La scelta delle location contribuì al realismo ed all’intensità della storia: gran parte delle riprese si svolse presso l’Oregon State Hospital, un vero ospedale psichiatrico, rendendo credibile la vita quotidiana dei pazienti e la tensione tra libertà e controllo. Inoltre, il film entrò a far parte del National Film Registry nel 1993, riconosciuto dalla Biblioteca del Congresso statunitense come culturalmente, storicamente o esteticamente significativo.
Cinquant’anni dopo la sua uscita, Qualcuno volò sul nido del cuculo continua ad essere un punto di riferimento per chi studia cinema e società. La sua capacità di raccontare la tensione tra autorità e libertà individuale, di mostrare la forza della ribellione personale e di porre domande profonde sul trattamento delle persone in istituzioni psichiatriche lo rende ancora attuale. Il film non è solo una storia di intrattenimento, ma uno specchio della società e dei suoi conflitti, capace di stimolare riflessioni anche per le nuove generazioni.
Celebrare i cinquant’anni di Qualcuno volò sul nido del cuculo significa riconoscere un’opera che ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema mondiale, un film che racconta una storia potente e universale, capace di parlare di libertà, coraggio e resistenza contro l’oppressione.