Real estate europeo in accelerazione. Nel 2024 servizi in crescita a 450 miliardi
Redazione
Il settore dei servizi immobiliari continua a rappresentare uno dei pilastri dell’economia europea. Nel 2024 il comparto ha raggiunto i 450 miliardi di euro di valore, in aumento del 3,6% rispetto all’anno precedente, con una prospettiva di ulteriore crescita del 2,5% entro la fine del 2025. È quanto racconta l’undicesimo Rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari, presentato da Scenari Immobiliari nel corso del Secondo forum nazionale tenutosi a Milano.
Real estate europeo in accelerazione. Nel 2024 servizi in crescita a 450 miliardi
La Germania guida la classifica dei Paesi europei con un fatturato da 152 miliardi di euro, in crescita del 2,3% su base annua. L’Italia, pur con dimensioni più ridotte, mostra un dinamismo superiore alla media, con un incremento del 5,4% che porta il valore del comparto a 51,6 miliardi di euro nel 2024. Ma è soprattutto il peso del settore sul sistema economico italiano a confermare la sua rilevanza strutturale, le attività immobiliari rappresentano il 13,1% del Pil, a cui si aggiunge un ulteriore 2,3% derivante dallo sviluppo immobiliare. L’industria delle costruzioni contribuisce con un altro 5,3%, portando l’intero comparto, tra real estate e costruzioni, a raggiungere il 20,7% del Pil nazionale. Un’incidenza ben superiore a quella di Francia e Regno Unito, dove la somma delle attività immobiliari e costruttive si ferma intorno al 18,5%, mentre la Germania registra un peso complessivo inferiore al 17%, con un settore immobiliare sceso sotto il 10,5%.
L’Europa rivela anche un divario significativo nella struttura occupazionale. Con 2,56 milioni di occupati e 370mila imprese attive, la Germania conferma la propria leadership industriale. L’Italia segue con oltre 1,7 milioni di addetti, in crescita del 29% rispetto al 2015, distribuiti però in un tessuto produttivo estremamente frammentato, circa 560mila imprese con una media di soli tre dipendenti. Una configurazione simile alla Spagna e molto distante dai modelli francese e britannico, dove le grandi imprese (oltre 250 dipendenti) generano più del 40% del valore aggiunto.
Sul fronte delle prospettive, la trasformazione tecnologica e la pressione normativa stanno ridisegnando il settore. Secondo Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, l’innovazione digitale, la disponibilità di dati alternativi, la sostenibilità ESG e la cybersecurity rappresentano le direttrici principali di sviluppo. Gli investitori dovranno confrontarsi con criteri di sostenibilità sempre più stringenti, mentre gli asset manager saranno chiamati a superare le rigidità dei tradizionali rating ESG attraverso processi decisionali più flessibili.
L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo operativo sempre più rilevante, soprattutto nelle attività di gestione residenziale. Le prime applicazioni mostrano un miglioramento tangibile dell’esperienza utente, dei servizi digitali e dell’efficienza dei processi interni, con impatti significativi sulle competenze richieste nei ruoli professionali, in particolare quelli entry-level. Quasi tutte le società immobiliari stanno sperimentando soluzioni basate su IA, consapevoli che la digitalizzazione avanzata sarà una delle leve competitive decisive nei prossimi anni.
Il real estate dimostra dunque non solo capacità di adattamento, ma anche un potenziale di crescita ancorato a innovazione, sostenibilità e nuove competenze. Un settore che continua a evolversi e che, nel caso italiano, conferma di essere uno snodo fondamentale della crescita nazionale.