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Digitale e società: le sfide etiche e sociali del nostro tempo

 
Digitale e società: le sfide etiche e sociali del nostro tempo
Redazione

Il digitale ha trasformato la vita di tutti i giorni, ma insieme ai vantaggi porta anche sfide importanti sul piano etico e sociale. La tecnologia influenza come lavoriamo, studiamo, ci informiamo e ci relazioniamo, creando questioni nuove legate alla privacy, all’uguaglianza ed alla libertà individuale. Come spiegano gli esperti, «privacy, autonomia, sicurezza, dignità umana, giustizia e bilanciamento dei poteri» sono tutte messe in discussione dal digitale.

Digitale e società: le sfide etiche e sociali del nostro tempo

Uno dei problemi più evidenti è il divario digitale. Secondo digitalunite.com, nel Regno Unito, il 32% della popolazione ha competenze digitali basse o molto basse, pari a circa 16,8 milioni di persone, e 1,6 milioni restano completamente offline. Questo non è solo un problema tecnico: chi non accede alla tecnologia rischia di perdere opportunità di lavoro, istruzione e partecipazione civica. Come sottolinea uno studio pubblicato da academic.oup.com, «la digital divide può aumentare le disuguaglianze all’interno e tra le società».

Oltre all’accesso, ci sono rischi legati a privacy ed autonomia. Dispositivi IoT, social media e sistemi di profilazione raccolgono informazioni sulle persone, influenzando decisioni e comportamenti. Gli studiosi osservano che questi strumenti «ci penetrano (ad esempio tramite impianti cerebrali), stanno tra noi (come i social) e sanno sempre più di noi (big data e riconoscimento emotivo)», mettendo in discussione i confini morali. Questo richiede consapevolezza su come i dati vengono raccolti, usati e condivisi.

Un’altra sfida riguarda la giustizia algoritmica. Intelligenza artificiale e piattaforme digitali possono prendere decisioni su prestiti, lavoro o opportunità formative, ma rischiano di riprodurre o amplificare disuguaglianze. Anche sanità ed educazione subiscono l’impatto digitale: dati sanitari e dispositivi indossabili aumentano le informazioni disponibili, ma possono accentuare disuguaglianze se l’accesso non è equo.

In sintesi, la tecnologia offre opportunità ma comporta rischi di esclusione, controllo e disuguaglianze. Gli esperti propongono un approccio di digital humanism, mettendo al centro la dignità ed il bene comune, non solo efficienza e profitto. Per farlo occorrono alfabetizzazione digitale, accesso equo, regolamentazione degli algoritmi e tutela dei diritti digitali. Bisogna allineare l’avanzamento tecnologico e la condotta etica. Solo così la tecnologia potrà migliorare la vita di tutti senza lasciare indietro nessuno.

Questi ed altri problemi saranno discussi dal 10 al 23 novembre a Lisbona nella nuova edizione del Web Summit, il più grande evento tecnologico d’Europa.