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Giovani e vandalismo: dietro i muri imbrattati c’è un disagio da capire

 
Giovani e vandalismo: dietro i muri imbrattati c’è un disagio da capire
Redazione

Il vandalismo giovanile, estremamente diffuso, non è solo una bravata. In Italia, secondo un’indagine nazionale - pubblicata da tgcom24.mediaset.it - circa il 16% dei minorenni ammette di aver compiuto atti vandalici, mentre il 6,5% fa parte di una banda giovanile, una delle tante, occorre dirlo, che girano impunemente nelle nostre città, mettendo in pericolo giovani e anziani.

Giovani e vandalismo: dietro i muri imbrattati c’è un disagio da capire

Gli episodi più comuni riguardano scritte sui muri, danneggiamenti di scuole, fermate dei bus, arredi urbani e monumenti. A Firenze, per esempio, recentemente due ragazzi di sedici e diciassette anni sono stati denunciati per aver imbrattato i muri di una scuola con bombolette spray.

Gli studi mostrano che questi comportamenti sono più diffusi tra i tredici e i sedici anni, quando il bisogno di sentirsi parte di un gruppo è più forte. Un confronto tra adolescenti italiani e svizzeri ha evidenziato che i ragazzi italiani tendono a considerare il vandalismo più accettabile. Anche se i reati giovanili non aumentano in numero, diventano più violenti: meno furti, ma più risse e danneggiamenti.

Dietro a questi gesti ci sono spesso disagio, noia, bisogno di attenzione o mancanza di spazi sicuri dove esprimersi. Chi abbandona la scuola ha un rischio maggiore di finire in comportamenti devianti: un ragazzo che lascia gli studi ha più probabilità di ricevere denunce per atti violenti entro i diciotto anni.

Le istituzioni stanno cercando di reagire. Alcuni comuni, come Riva Ligure, hanno introdotto multe per i genitori dei minori colpevoli di vandalismo o bullismo. A livello nazionale, le sanzioni economiche possono arrivare fino a diecimila euro per studenti che aggrediscono o danneggiano a scuola. Tuttavia, molti esperti ritengono che le punizioni da sole non bastino. La psicoterapeuta intervistata da Orizzonte Scuola spiega che “le multe colpiscono i genitori, ma non aiutano i ragazzi a capire il valore delle regole”.

Ripulire graffiti e riparare danni costa ogni anno milioni di euro e crea sfiducia nelle comunità. In molte periferie, la mancanza di centri sportivi o culturali favorisce la formazione di gruppi informali che cercano visibilità con atti vandalici.

La soluzione? Educazione, ascolto e prevenzione. Dare ai giovani spazi per esprimersi, attività che li coinvolgano e adulti pronti a dialogare. Il vandalismo non nasce dal nulla: è spesso un grido che chiede attenzione. Dietro un muro imbrattato, a volte, non c’è rabbia, ma il bisogno di essere visti e capiti.