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Le piscine comunali: un fenomeno significativo

 
Le piscine comunali: un fenomeno significativo
Redazione

Le piscine comunali in Italia rappresentano un fenomeno significativo: ci sono circa 3.000 impianti natatori pubblici nazionali. Questi impianti sono utilizzati ogni anno da 4,5 milioni di persone, di cui 2,5 milioni sono bambini. (Fonte: Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori).

Le piscine comunali: un fenomeno significativo

La pratica sportiva in Italia sta crescendo: nel 2024 oltre 21,5 milioni di italiani (persone di età dai 3 anni in su) praticano almeno uno sport nel tempo libero. Questo è il 37,5 % della popolazione in quella fascia d'età. Più precisamente, il 28,7 % della popolazione pratica sport in modo continuativo, mentre l’8,7 % lo fa in modo saltuario o occasionale. Il nuoto e le piscine coprono una parte di questo uso: le strutture indoor (al chiuso), cioè anche piscine coperte, sono usate dal 59,5 % di coloro che fanno sport; gli impianti all’aperto (outdoor) dal 36,8 %.

Le regioni del Mezzogiorno sono storicamente in svantaggio quando si tratta di impianti sportivi, piscina compresa: meno impianti, maggiore difficoltà di accesso, costi più alti relativi alla distanza, al clima, al minor numero di gestori con risorse. Un dato specifico: secondo l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), la pratica sportiva è meno diffusa al Sud e nelle Isole rispetto al Centro‑Nord.

Per esempio, nella fascia di popolazione con limitazioni funzionali (cioè persone che hanno difficoltà a svolgere attività abituali per motivi di salute), la percentuale di chi pratica sport è molto più bassa nel Sud. Anche il fenomeno del drop out (abbandono dello sport) mostra dimensioni diverse: al Sud è spesso legato a carenza di strutture, scarsa manutenzione, tariffe troppo elevate, difficoltà di mobilità.

I costi per mantenere e far funzionare le piscine sono ormai elevati: energia, acqua, riscaldamento, manutenzione ordinaria e straordinaria incidono molto. Un esempio: a Milano, per tre impianti comunali di rilievo (Lido, Scarioni, Argelati), la riqualificazione (restyling) richiede oltre 60 milioni di euro solo per gli interventi strutturali, senza contare la gestione ordinaria.

Un altro caso: a Grosseto, è stato firmato un contratto trentennale per la gestione della piscina comunale di via Lago di Varano, con lavori per 3,654 milioni di euro, di cui 1,219 milioni iniziali a carico del Comune in una prima fase. Il Coordinamento (AGISI etc.) segnala che molti impianti rischiano di chiudere perché i costi operativi sono diventati proibitivi e gli aiuti non sono stati adeguati durante la crisi da COVID‑19.