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Cortina, la nuova pista olimpica è un capolavoro di ingegneria e velocità estrema

 
Cortina, la nuova pista olimpica è un capolavoro di ingegneria e velocità estrema
Pierfrancesco Quinto

Tra tutte le infrastrutture realizzate per i Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, nessuna ha suscitato tanta attenzione, discussioni e aspettative quanto la nuova pista di bob, skeleton e slittino di Cortina d’Ampezzo: il rinnovato Eugenio Monti Sliding Centre, considerato dagli esperti e dagli osservatori l’intervento più complesso e simbolico dell’intera edizione.

Cortina, la nuova pista olimpica è un capolavoro di ingegneria e velocità estrema

La pista rappresenta un perfetto equilibrio tra tradizione olimpica ed ingegneria moderna, memoria storica ed innovazione tecnologica e costituisce una prova significativa della capacità italiana di realizzare un’opera altamente specializzata in tempi straordinariamente ridotti.

Costruita in poco più di tredici mesi, la struttura si sviluppa su un tracciato di circa 1.730 metri, articolato in 16 curve studiate per generare velocità progressive e accelerazioni controllate. Il dislivello di circa 110 metri consente ai mezzi di raggiungere velocità già superiori ai 115 km/h nei test preliminari con i bob a due, mentre per i bob a quattro gli ingegneri stimano valori tra 135 e 140 km/h, grazie alla maggiore massa e alla spinta iniziale che favoriscono discese più estreme.

La pista è stata ricostruita su parte del tracciato storico delle Olimpiadi del 1956, un luogo che fa parte dell’identità sportiva di Cortina, ma il nuovo impianto è profondamente moderno. È stato progettato con criteri avanzati di sicurezza, refrigerazione mirata, sostenibilità energetica e controllo delle vibrazioni, posizionandosi ai massimi livelli delle strutture analoghe nel mondo.

Durante la costruzione, nei momenti di maggiore attività, hanno lavorato oltre 130 operai al giorno, supportati da decine di imprese specializzate e più di cento fornitori provenienti da diversi Paesi europei. Il cantiere ha operato senza sosta, spesso anche di notte, per rispettare scadenze stringenti che non ammettevano ritardi.

Il costo complessivo ha superato i 118 milioni di euro, cifra che riflette non solo l’estensione dell’opera, ma soprattutto la complessità tecnica: curve modellate millimetro per millimetro, sistemi di refrigerazione computerizzati, sensori di pressione e temperatura lungo tutto il percorso, e aree di frenata progettate per garantire massimo controllo anche alle velocità più elevate.

Per gli organizzatori, il Monti Sliding Centre rappresenta il cuore simbolico dei Giochi: una dimostrazione che, quando le scadenze sono serrate e le competenze tecniche convergono, l’Italia è in grado di realizzare opere di altissimo livello in tempi rapidi.