Obesità, ipertensione e diabete tra i principali fattori di rischio: al via programmi nazionali per diagnosi precoce e interventi sul territorio
È ufficialmente iniziata l’era della prevenzione cardiometabolica. A sottolinearlo, nel corso di un forum dedicato, sono stati medici, ricercatori ed esperti che hanno ribadito la necessità di un approccio integrato tra malattie cardiovascolari e metaboliche. Due ambiti che, sempre più spesso, si intrecciano nel determinare l’aumento di mortalità e costi sanitari a livello globale.
Secondo lo studio internazionale The Global Syndemic of Modifiable Cardiovascular Risk Factors Projected From 2025 to 2050, l’invecchiamento e la crescita della popolazione porteranno a un incremento costante delle malattie cardiovascolari, con obesità e ipertensione tra i principali fattori di rischio. A ciò si aggiungono le stime pubblicate su The Lancet nel paper Global, regional, and national prevalence of adult overweight and obesity, secondo cui entro il 2050 quasi 2 miliardi di persone nel mondo saranno obese.
Un cambio di paradigma nella prevenzione
Gli esperti hanno evidenziato come sia indispensabile anticipare l’intercettazione dei fattori di rischio – dall’obesità al diabete di tipo 2, fino all’ipercolesterolemia – molto prima rispetto a quanto avviene oggi. Solo così si potrà ridurre in modo significativo l’incidenza delle patologie cardiache e metaboliche.
“Il paradosso è che oggi conosciamo molto dei meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari, ma fino a poco tempo fa avevamo pochi strumenti per applicare queste conoscenze alla popolazione su larga scala. Oggi le nuove tecnologie digitali e i farmaci innovativi rendono possibile attuare programmi capillari di prevenzione”, spiegano i ricercatori.
Le farmacie come presidi di ricerca e prevenzione
Un elemento di svolta arriva dall’idea di trasformare le farmacie in hub di prevenzione, coinvolgendole in programmi di ricerca clinica, raccolta dati e screening precoce. Una rete nazionale di oltre 60 farmacie sarà infatti formata per supportare attività di prevenzione, diagnosi e monitoraggio.
Il progetto prevede anche la formazione specifica dei farmacisti sulle buone pratiche cliniche, rendendoli parte integrante del sistema di prevenzione sul territorio. Una scelta che mira a superare la logica di attesa – il paziente che arriva in ospedale quando la malattia è già avanzata – per puntare a una prevenzione proattiva e diffusa.
Innovazione e salute pubblica
L’obiettivo dei nuovi programmi è duplice: ridurre l’impatto delle malattie croniche e contenere i costi sanitari, che rischiano di diventare insostenibili. Secondo gli esperti, aderire a un programma digitale di prevenzione riduce già in poche settimane i principali fattori di rischio cardiovascolare.
La prevenzione cardiometabolica, dunque, non è più un concetto astratto ma una nuova frontiera della medicina pubblica, che integra ricerca, innovazione terapeutica e territorio. Una sfida cruciale per la salute dei cittadini e per la sostenibilità dei sistemi sanitari europei.