• Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Un museo. Quattro Sedi. IntesaSanPaolo
  • La piattaforma di wealth planning
  • Italpress Agenzia di stampa

Nuova ricerca non evidenzia alcuna correlazione tra autismo e il paracetamolo

 
Nuova ricerca non evidenzia alcuna correlazione tra autismo e il paracetamolo
Redazione

Una nuova ricerca ha scoperto che l'assunzione di paracetamolo durante la gravidanza non è chiaramente correlata all'autismo o al disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) nei bambini.
Questa correlazione è stata affermata, lo scorso settembre, dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva avvertito che l'uso di paracetamolo in gravidanza era "associato a un rischio molto elevato di autismo" e aveva consigliato alle donne incinte di "non assumere Tylenol".

Nuova ricerca non evidenzia alcuna correlazione tra autismo e il paracetamolo

All'epoca, i funzionari federali avevano citato una meta-analisi dell'agosto 2025 condotta da ricercatori del Mt. Sinai, della Harvard TH Chan School of Public Heath, della UCLA Fielding School of Public Health e della UMass Lowell, che aveva rilevato che l'esposizione prenatale al paracetamolo poteva essere associata a un aumento dei tassi di disturbi dello sviluppo neurologico, tra cui autismo e ADHD, nei bambini.

Ora una nuova analisi, pubblicata domenica sul BMJ, British Medical Journal, ha esaminato anche un'ampia gamma di revisioni pubblicate in precedenza, senza trovare prove altrettanto chiare.
Nell'ambito della nuova analisi, ricercatori provenienti da Regno Unito, Spagna e Australia hanno analizzato nove revisioni sistematiche che riportavano i risultati di 40 studi che esaminavano l'uso materno di farmaci antidolorifici da banco durante la gravidanza e lo sviluppo neurologico del bambino.

Queste nove revisioni, sostengono i ricercatori, hanno rilevato una potenziale associazione tra l'uso di paracetamolo, noto anche come acetaminofene, da parte delle donne in gravidanza e "risultati avversi sullo sviluppo neurologico".

Il team ha scoperto che sette delle nove revisioni mettevano in guardia dal tracciare un nesso causale tra l'uso del farmaco in gravidanza e l'autismo, l'ADHD o entrambi.
Inoltre, secondo la nuova revisione, gli studiosi hanno scoperto che molte delle nove revisioni presentavano difetti critici, come la mancanza di una ricerca completa della letteratura scientifica, la mancata elencazione degli studi esclusi e del motivo della loro esclusione, progettazioni di studio imprecise e l'utilizzo di strumenti non standard per la valutazione del rischio di bias.

Come ha ammesso la dottoressa Shakila Thangaratinam, coautrice della nuova revisione e preside esecutivo dell'Institute of Life Course and Medical Sciences presso l'Università di Liverpool, la nuova analisi è stata in parte una risposta all'annuncio fatto da Trump a settembre e che ha contraddetto molti studi pubblicati in precedenza che non hanno trovato alcun nesso causale.

Da allora il presidente ha ripetuto questa affermazione sui social media e ha suggerito che ai bambini piccoli, compresi i neonati, non dovrebbe essere somministrato il farmaco, noto con il nome commerciale Tylenol, senza fornire prove a sostegno di tale affermazione.

Per la dottoressa Thangaratinam, l'annuncio negli Stati Uniti "ha ricevuto un'enorme attenzione da parte dei media, il che significa che è diventato un elemento chiave delle conversazioni nel settore sanitario, essendo il paracetamolo il farmaco più comunemente assunto dalle donne in gravidanza. Volevamo esaminare tutte le prove esistenti in questo ambito, valutarne la qualità, comprenderle e interpretarle, in modo che potessero aiutare gli operatori sanitari nel dialogo con le donne e le loro famiglie".

La studiosa ha quindi espresso una forte preoccupazione che l'invito alle donne incinte a non usare il paracetamolo in caso di febbre alta o dolore intenso può portare a gravi complicazioni sia per la madre che per il feto.
Peraltro importanti associazioni mediche degli Stati Uniti hanno respinto fermamente l'affermazione di Trump, definendola "altamente preoccupante", "irresponsabile" e "non supportata da un corpus completo di prove scientifiche".

Nella nuova revisione, i ricercatori hanno scoperto che molti degli studi nelle nove revisioni esaminate non hanno tenuto conto di altri fattori contribuenti, come la genetica, la salute materna e i fattori ambientali esterni.
Solo una delle nove revisioni includeva studi che tenevano conto dei fattori familiari condivisi utilizzando un'analisi di controllo tra fratelli, che esamina se un legame apparente sia dovuto a fattori genetici e all'ambiente familiare condivisi.