Carte di pagamento, frodi rare ma rischio in crescita
Redazione
Il sistema dei pagamenti elettronici in Italia resta solido e sicuro, ma l’aumento dell’utilizzo delle carte sta cambiando la natura del rischio per i cittadini. È quanto risulta dallo studio della Banca d’Italia sul rischio di frode sulle carte di pagamento nel periodo 2015-2024. Un’analisi ampia, basata su dati di vigilanza, che descrive un paradosso solo apparente, infatti le frodi colpiscono una quota minima delle singole transazioni, ma la probabilità per i clienti di subirne almeno una è cresciuta in modo significativo.
Carte di pagamento, frodi rare ma rischio in crescita
Secondo il rapporto, nel 2024 le frodi hanno riguardato appena 13 transazioni ogni 100 mila pagamenti e hanno sottratto 18 euro ogni 100 mila euro spesi. Numeri che confermano l’elevato livello di sicurezza degli strumenti di pagamento elettronici. Ma nello stesso arco temporale, il numero complessivo di operazioni con carta è quasi triplicato, passando da circa 4 a quasi 12 miliardi annui. È proprio questa diffusione capillare, accelerata soprattutto dopo la pandemia e dall’esplosione degli acquisti online, ad aver innalzato il rischio effettivo per i risparmiatori.
L’analisi introduce indicatori innovativi che misurano la probabilità di subire una frode non più solo in rapporto alle singole operazioni, ma alla popolazione, al numero di carte in circolazione e ai correntisti bancari. Da questo punto di vista, il dato dice che tra il 2015 e il 2024 la quota di popolazione adulta colpita da frodi è salita dallo 0,9% al 2,9%. Analogamente, il rapporto tra frodi e carte di pagamento è più che raddoppiato, mentre quello rispetto ai correntisti bancari è passato dallo 0,7% al 2%.
Il canale più esposto resta l’online. I pagamenti su internet mostrano tassi di frode circa dieci volte superiori a quelli effettuati tramite POS o ATM, anche se in calo negli ultimi anni grazie all’introduzione dell’autenticazione forte del cliente (SCA). Proprio la SCA, entrata pienamente in vigore in Italia dal 2021, ha rappresentato uno spartiacque. Dopo il picco registrato durante la pandemia, il numero di frodi si è ridotto sensibilmente, in particolare per le carte prepagate, confermando l’efficacia delle nuove misure di sicurezza.
Un altro elemento rilevante riguarda l’importo medio delle frodi, sceso da 130 euro nel 2015 a circa 80 euro nel 2024. Fa eccezione il canale ATM, dove le frodi, pur meno frequenti, presentano valori medi molto più elevati, superiori ai 400 euro, segnalando una maggiore pericolosità in caso di sottrazione delle credenziali o della carta fisica.
Lo studio evidenzia anche forti differenze tra intermediari. Nel tempo, il rischio di frode per i clienti di istituti di pagamento e di moneta elettronica si è ridotto, allineandosi a quello delle banche. Al contrario, nel 2024 gli indicatori risultano più elevati per le banche di maggiori dimensioni. Una dinamica che non sembra legata a minori investimenti in sicurezza, ma piuttosto all’ampiezza del bacino di clientela, che rende questi intermediari un bersaglio più appetibile per tentativi fraudolenti su larga scala.
Dal lavoro della Banca d’Italia emerge un sistema efficiente e resiliente, ma che richiede attenzione per un rischio che non può essere sottovalutato. La crescita dei pagamenti elettronici, soprattutto online, impone di rafforzare ulteriormente la prevenzione e l’assistenza alle vittime. In questa direzione si inseriscono anche le riforme europee in corso, che puntano a migliorare lo scambio di informazioni tra operatori, chiarire le responsabilità degli intermediari e innalzare i livelli di tutela dei consumatori. La sicurezza, insomma, resta alta, ma richiede un impegno costante e condiviso per accompagnare la trasformazione digitale dei pagamenti.