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Dreadlock e cultura Rasta

 
Dreadlock e cultura Rasta
Redazione

I dreadlock, chiamati anche “locs”, sono ciocche di capelli intrecciati o annodati. Questa pettinatura esiste da secoli in varie culture, ma oggi è molto legata al movimento rastafariano, nato in Giamaica negli anni ’30. I rastafariani seguono una filosofia spirituale che promuove l’orgoglio nero, la libertà dall’oppressione e la connessione con l’Africa, considerata terra promessa. Uno dei simboli del rastafarianesimo è proprio il rifiuto di tagliare i capelli, seguendo anche alcune indicazioni della Bibbia.

Dreadlock e cultura Rasta

Per chi pratica questa religione, i dreadlock non sono una moda, ma un segno di fede e identità. Sono legati alla figura di Haile Selassie I, ex imperatore d’Etiopia - considerato sacro da molti rastafariani, erede della dinastia salomonide, che secondo la tradizione avrebbe origine dal re Salomone e dalla regina di Saba - concepito di solito come incarnazione vivente della divinità unica della Bibbia, cioè di Dio e come sovrano supremo della patria originaria, identificata con l’Etiopia che è la meta messianica del grande ritorno dei neri deportati in America.

Nel tempo, però, i dreadlock hanno superato il loro significato religioso e sono diventati anche uno stile molto diffuso nella musica, nello sport e nella moda. La grande popolarità di Bob Marley, icona reggae e rastafariana, ha fatto conoscere i dreadlock in tutto il mondo. Oggi sono usati da persone di ogni cultura come forma di espressione personale.

Molti personaggi famosi hanno adottato questo look. Nell’ambito musicale, oltre a Marley, li hanno portati Lenny Kravitz, Stevie Wonder, Lisa Bonet, Zendaya e Jason Momoa. Anche attrici come Whoopi Goldberg li hanno scelti come parte del proprio stile unico. A volte queste scelte hanno generato dibattiti su appropriazione culturale, cioè quando una tradizione viene usata senza rispetto per la cultura da cui proviene.

Nel calcio, i dreadlock sono comuni. Tra i più noti: Edgar Davids, ex centrocampista olandese; Ricardo Gardner, giamaicano e rastafariano dichiarato; e altri come Rafael Leão, Nathan Aké, Alex Iwobi. In questi casi, i dreadlock diventano anche un segno distintivo nel mondo sportivo.

Oggi i dreadlock sono usati da molte persone in tutto il mondo, sia per motivi religiosi sia come semplice stile. Tuttavia, è importante ricordare le loro origini e il significato che hanno per chi li porta per scelta spirituale. Portare i dreadlock non è solo una questione di moda, ma anche un modo per raccontare una storia e mostrare un’identità.