• Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Un museo. Quattro Sedi. IntesaSanPaolo
  • La piattaforma di wealth planning
  • Italpress Agenzia di stampa

Economia mondiale al bivio: frenata in vista ma i prezzi tornano a mordere

 
Economia mondiale al bivio: frenata in vista ma i prezzi tornano a mordere
Luca Lippi

Immaginate di guidare un’auto: state premendo meno sull'acceleratore, quindi la velocità diminuisce, eppure il computer di bordo vi dice che state consumando più benzina di prima. È esattamente quello che sta succedendo all'economia globale in questo momento.
Gli ultimi dati arrivati dai sondaggi PMI (quegli indici che funzionano come un "termometro" per misurare la salute delle aziende) ci raccontano una storia agrodolce, piena di segnali contrastanti che stanno facendo venire il mal di testa alle grandi Banche Centrali.

STATI UNITI: IL MOTORE RALLENTA, MA I COSTI ESPLODONO

Partiamo dalla prima economia al mondo, gli Stati Uniti. Qui la situazione è delicata. L'attività economica sta ancora crescendo, ma lo fa con il fiato corto. Gli indici ci dicono che siamo ai minimi degli ultimi sei mesi: sia chi produce oggetti (manifattura) sia chi offre servizi (ristoranti, banche, turismo) sta lavorando, ma a un ritmo decisamente più lento rispetto a inizio anno. Anche il mercato del lavoro, che per anni è stato fortissimo, ora mostra segni di stanchezza, sfiorando la stagnazione. Ma c'è una brutta sorpresa, ed è qui che la situazione si complica.
Mentre l'economia rallenta, i prezzi pagati dalle aziende per produrre sono schizzati verso l'alto, toccando il livello più alto degli ultimi tre anni. Perché è un problema? Perché significa che le aziende stanno spendendo molto di più per materie prime ed energia proprio nel momento in cui vendono meno.

IL DILEMMA DELLA FEDERAL RESERVE

Questa situazione mette la Fed in una posizione scomodissima. Le Banche Centrali di solito hanno due leve: se l'economia frena troppo, abbassano i tassi d'interesse per aiutarla, se i prezzi salgono troppo, alzano i tassi per raffreddarli.
Oggi negli USA sta succedendo tutto insieme: crescita debole e prezzi in salita. È un mix velenoso. La speranza principale rimane che l'inflazione scenda (disinflazione), ma questi nuovi dati sui costi aziendali sono un campanello d'allarme che non si può ignorare. Questo suggerisce che il percorso per abbassare i tassi d'interesse non sarà una discesa facile e dritta. Anzi, le previsioni attuali sono molto prudenti: si ipotizza un solo taglio dei tassi addirittura nel 2026.

EUROPA: DUE VELOCITÀ E QUALCHE CERTEZZA IN PIÙ

Spostiamoci nel nostro continente. Anche nell'Eurozona il "termometro" dell'economia segna un calo, ma con sfumature diverse rispetto all'America. Possiamo dire che l'Europa viaggia a due velocità: il settore manifatturiero è in contrazione (sotto la soglia critica di 50 punti), il che significa che le fabbriche stanno riducendo l'attività, al contrario, il settore dei servizi rimane solido e continua a trainare il carro.
La buona notizia è che, nonostante tutto, le aziende europee continuano ad assumere e a ricevere nuovi ordini. Questo ci porta a pensare che l'economia europea continuerà a crescere anche nell'ultimo trimestre del 2025, seppur in modo moderato e senza fuochi d'artificio.
C'è però una frattura geografica interessante: le due locomotive storiche, Germania e Francia, appaiono deboli e affaticate, mentre il resto dei paesi dell'Eurozona si sta dimostrando sorprendentemente più resistente e vivace.

CONCLUSIONE

Mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle, il quadro è chiaro: l'economia mondiale non sta andando a sbattere contro un muro, non c'è una crisi improvvisa in vista, ma stiamo assistendo a un netto cambio di ritmo.
Per chi osserva i mercati e i tassi d'interesse, la lezione è la prudenza. Negli USA, il mix di "meno crescita e più inflazione" renderà la vita difficile a chi decide la politica monetaria. In Europa, il fatto che la crescita regga (nonostante la debolezza delle fabbriche) rafforza l'idea che la Banca Centrale Europea non avrà fretta di muovere i tassi nel 2026, mantenendo la barra dritta.
In sintesi: prepariamoci a un periodo di navigazione lenta, con un occhio sempre attento al prezzo del biglietto.