Nella Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Federazione Italiana Giuoco Calcio lancia una campagna di sensibilizzazione che unisce le Nazionali maschili e femminili, la Divisione Calcio Paralimpico e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Gravina: «Parlarne, non tacere».
Il calcio come megafono per la salute mentale
Nel giorno in cui il mondo celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, la FIGC sceglie di far sentire la propria voce – ad alta voce.
Nasce così la campagna “Ad Alta Voce”, curata da Enne Factory, un progetto che invita a rompere il silenzio sul disagio psicologico e a trasformare il calcio in un potente strumento di consapevolezza e inclusione sociale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su otto nel mondo convive con un disturbo legato alla salute mentale. In Europa oltre 11 milioni di minori ne sono colpiti, in Italia circa 2 milioni.
L’allarme del Bambino Gesù: +1000% di casi in 13 anni
All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, le consulenze di neuropsichiatria d’urgenza sono cresciute da 155 nel 2011 a 1.844 nel 2024, con un incremento del 1000%.
Gli accessi per autolesionismo, nello stesso periodo, sono passati da 12 a 709. Numeri drammatici, che raccontano un disagio crescente tra bambini e adolescenti.
«Affrontare la salute mentale con trasparenza e dignità è un dovere verso le nuove generazioni», sottolinea Tiziano Onesti, presidente del Bambino Gesù. «Serve una rete solida – famiglie, scuola, sport, istituzioni – per garantire ascolto, diagnosi precoce e cure a ogni bambino e adolescente in difficoltà».

Gli Azzurri danno voce a chi non riesce a farsi ascoltare
La campagna coinvolge dieci protagonisti delle Nazionali maschile e femminile – cinque per ciascuna – che prestano la propria voce alle riflessioni di atleti della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (DCPS) e dei giovani pazienti dell’Ospedale Bambino Gesù.
Per la Nazionale femminile partecipano il CT Andrea Soncin e le calciatrici Agnese Bonfantini, Laura Giuliani, Eleonora Goldoni e Annamaria Serturini.
Per la Nazionale maschile, il CT Gennaro Gattuso e i giocatori Manuel Locatelli, Daniel Maldini, Riccardo Orsolini e Sandro Tonali.
Le loro parole raccontano esperienze autentiche, ispirate alla vita quotidiana di chi combatte con depressione, ansia, isolamento, disturbi alimentari o autolesionismo.
«La FIGC rinnova il suo impegno nella sostenibilità sociale – spiega il presidente Gabriele Gravina – con un’attenzione particolare alla salute mentale. “Ad Alta Voce” vuole essere una carezza verso chi soffre e, allo stesso tempo, una forte assunzione di responsabilità. Parlare di questi temi, non tacerli, è l’unico modo per favorire la piena inclusione, nello sport e nella società».
Lo sport come terapia di comunità
La Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale, che conta circa 3.000 tesserati, si conferma così un modello di inclusione sociale e sportiva.
L’obiettivo della FIGC è ampliare questo percorso, coinvolgendo sempre più squadre e federazioni per promuovere la salute mentale come parte integrante del benessere sportivo.
«La società, come un collettivo sportivo, deve agire con spirito di squadra e responsabilità», conclude Onesti. «Ai genitori e agli educatori diciamo: non siete soli. Il Bambino Gesù è al vostro fianco perché nessun giovane resti indietro».
Un evento per parlarne insieme
La campagna “Ad Alta Voce” è coerente con la Strategia di Sostenibilità della FIGC e con il piano UEFA per la sostenibilità sociale.
Il messaggio proseguirà sabato 11 ottobre al Viola Park di Bagno a Ripoli (Firenze) con il panel “A testa alta – Il calcio come spazio di salute mentale e crescita personale”, organizzato con l’ACF Fiorentina e la DCPS FIGC.
Un evento per trasformare il calcio in una vera palestra di ascolto, empatia e rinascita.