Secondo una ricerca dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Latina del 2007, circa il 10% dei bambini nati in Italia non è figlio biologico del padre che lo ha riconosciuto come tale. Lo stesso ordine segnalò che tra gli uomini che chiedono un test del DNA per confermare la paternità, circa un terzo scopre di non essere il genitore biologico.
Quando il papà presunto non è biologico
Questi dati trovano riscontro negli studi scientifici: il genetista Bruno Dallapiccola dell’Università La Sapienza di Roma, in un capitolo del libro Genetica Medica Essenziale afferma che in Italia fino al 10% dei neonati ha un padre differente da quello presunto. Alcune regioni, in particolare del Sud Italia, hanno registrato punte fino al 20%, spesso legate a dinamiche familiari complesse o a periodi di migrazione interna. Da parte sua, l’Ordine dei Medici di Latina riferisce che tra coloro che, mossi da dubbi, richiedono un test DNA di paternità, «quasi un uomo su tre scopre che non è il padre del bambino». Pur riguardando un gruppo selezionato, questo dato dà un’idea della frequenza con cui accade la discrepanza tra padre presunto e padre biologico.
Questi dati evidenziano che il fenomeno non è raro e sottolineano l’importanza della trasparenza nella genitorialità riconosciuta e biologica, sia per il benessere dei bambini sia per una gestione chiara dei rapporti familiari.
L’analisi dei casi di test del DNA mostra che il fenomeno è più visibile quando c’è un sospetto di paternità, ma non indica che ogni bambino sia coinvolto. Le cause possono essere molteplici: errori nelle dichiarazioni ufficiali, rapporti familiari complicati, relazioni a distanza.
Dal punto di vista legale, la scoperta di una discrepanza tra padre presunto e padre biologico può influire sui diritti e sui doveri di genitorialità, ma non necessariamente modifica i legami affettivi. Sempre nell'ambito giuridico, avviene poi il discernimento tra il “favor veritatis” (diritto alla verità biologica) ed il “favor minoris” (interesse del minore alla stabilità relazionale).
Secondo alcuni autori, il diritto a conoscere la verità biologica deve essere bilanciato con l’interesse alla “certezza dello status” e alla stabilità dei legami familiari. Il test genetico, quindi, assume un ruolo centrale per chiarire dubbi e tutelare i diritti di tutte le parti coinvolte. Dal lato psicologico, di converso, conoscere le proprie origini è importante per favorire una crescita sana ed equilibrata del bambino in formazione.
Si tratta di un tema che richiede la maggiore sensibilizzazione possibile, ponendo attenzione, riflessione, delicatezza e ponderazione come elementi condivisi per una sua corretta analisi.