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Stati Uniti, le politiche di Trump fanno sparire i turisti canadesi

 
Stati Uniti, le politiche di Trump fanno sparire i turisti canadesi
Redazione

Perdite miliardarie per il settore turistico Usa: cali record a Seattle e in California

Le politiche portate avanti dal presidente Trump cominciano a spingere gli americani a porsi degli interrogativi su quali potranno essere i loro effetti. Che, già ora, cominciano a mostrarsi.

Come sta accadendo, ad esempio, a Seattle, che sorge a poca distanza dal confine con il Canada e che, sino allo scorso anno, vedeva le sue strade invase d’estate da turisti canadesi che oggi sono letteralmente spariti.

Non sono quelli che possono spendere, ma anche i più giovani, che approfittavano di formule accattivanti e di successo come i Seattle Free Walking Tours (dove le persone pagano quello che possono), oggi disertate dai canadesi.

Molti hanno chiesto di cancellare i tour programmati, motivando la decisione con le politiche di Trump.

A causa del 30% di clienti in meno quest’anno, Joe Koenen, proprietario dei Seattle Free Walking Tours, ha pagato i suoi dipendenti, ma non se stesso.
"Sono super arrabbiato. Sono anche deluso, ma sono più triste... è una ferita così autoinflitta", ha detto Koenen alla CNN.

Stesso copione per la società che guida i visitatori attraverso le bancarelle di cibo nello storico Pike Place Market, che ha visto un calo del 50% dei clienti canadesi.

Quella dei canadesi è la reazione non solo ai dazi di Trump contro il Canada, ma anche alle affermazioni violente e spesso false del presidente contro il Paese, di cui ha persino augurato l’annessione agli Stati Uniti.

L’assenza dei turisti canadesi è stata avvertita in modo acuto negli Stati Uniti, soprattutto in città vicine al confine settentrionale come Seattle.

E i canadesi non sono gli unici viaggiatori internazionali che evitano gli USA: anche altri turisti stranieri hanno citato le politiche su tariffe e immigrazione come motivi per cui stanno alla larga dall’America.

Secondo l’outlook aggiornato di Tourism Economics, dopo una promettente stima di dicembre che prevedeva una crescita del 9% delle visite internazionali complessive nel 2025, ora si registra invece un calo dell’8,2%, trainato da circa un quarto in meno di canadesi che visitano gli Stati Uniti da gennaio a luglio rispetto al 2024.

Il World Travel and Tourism Council ha previsto a maggio che gli Stati Uniti perderanno 12,5 miliardi di dollari di spesa turistica internazionale nel 2025, l’unico Paese su 184 economie analizzate a segnare un calo quest’anno.

Brutti segnali arrivano anche dalla California, dove gli operatori turistici lamentano crolli negli arrivi.

Adam Duford, proprietario di Surf City Tours a Santa Monica, che organizza tour a Hollywood, Malibu e Venice, parla di un calo del 49% delle entrate quest’anno, aggravato da problemi geopolitici, incendi catastrofici e disinformazione diffusa sui social, come il falso video dell’insegna di Hollywood in fiamme.

La sua tipica base di clienti canadesi non si è presentata quest’anno, e lo stesso problema si riscontra in altre città statunitensi.

"È difficile essere arrabbiati, perché non sono solo io", ha detto Duford. "Nonostante le promesse di una buona economia, non sembra che stia succedendo".

Prima delle ultime sfide, il turismo internazionale negli Stati Uniti non si era ancora ripreso del tutto dopo la pandemia. Nel 2024, i 72,4 milioni di visitatori stranieri hanno rappresentato il 91% dei livelli del 2019, secondo il National Travel and Tourism Office.

Tourism Economics stima ora che il pieno recupero dei livelli pre-pandemia non avverrà fino al 2029, tre anni dopo rispetto alle previsioni iniziali.

Secondo i dati ufficiali, più canadesi visitano gli Stati Uniti rispetto ai viaggiatori di qualsiasi altro Paese, rappresentando circa il 28% degli arrivi internazionali nel 2024.

Ma la tendenza sta cambiando: “Vediamo i viaggi canadesi crescere verso il Messico, i Caraibi e persino l’Europa”, ha dichiarato Adam Sacks, presidente di Tourism Economics.

Anche le compagnie aeree si sono adattate, riducendo le rotte verso gli Stati Uniti: tra aprile e giugno 2025, ci sono stati circa 90.200 posti aerei in meno disponibili dal Canada verso gli USA, secondo Cirium, società di analisi dell’aviazione.