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Il miracolo nella nebbia, 50 anni fa lo schianto TWA a Malpensa da cui sopravvissero tutti

 
Il miracolo nella nebbia, 50 anni fa lo schianto TWA a Malpensa da cui sopravvissero tutti
Redazione

Il 22 dicembre 1975 rimane una data memorabile nella storia dell’aviazione italiana ed internazionale per un incidente aereo inusuale: lo schianto del volo Trans World Airlines (TWA) 842, un Boeing 707 proveniente da New York e diretto a Milano-Malpensa. In un periodo in cui il traffico intercontinentale verso il capoluogo lombardo era assai inferiore a quello odierno, il velivolo rappresentava una delle principali connessioni transatlantiche per passeggeri e celebrità diretti in Europa per le festività natalizie.

Il miracolo nella nebbia, 50 anni fa lo schianto TWA a Malpensa da cui sopravvissero tutti

L’incidente avvenne durante la fase di atterraggio, attorno alle 11:29 locali, in condizioni meteorologiche estremamente avverse: una nebbia fittissima avvolgeva l’aeroporto di Malpensa. Secondo le ricostruzioni ufficiali, il comandante decise di tentare comunque l’atterraggio, pur sotto sua responsabilità, dopo un primo approccio abortito.

Quando il velivolo toccò terra, lo fece al di fuori della pista, impattando sull’erba adiacente. L’impatto fu violento: tutti e quattro i motori e i carrelli di atterraggio si staccarono, e la fusoliera si spezzò in due tronconi. Nonostante la gravità dell’urto, tutti i 125 occupanti – 116 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio – sopravvissero, un fatto molto raro per un incidente del genere e per il livello di distruzione dell’aereo. Tra i presenti sull’aeromobile c’era anche Luciano Pavarotti. Fonti dell’epoca e successive ricostruzioni giornalistiche ricordano che Pavarotti uscì dallo schianto senza ferite gravi, sebbene lamentasse problemi all’udito – un dettaglio che portò in seguito a una controversia legale con la compagnia aerea.

I soccorsi furono immediati nonostante la fitta coltre di nebbia: squadre dei vigili del fuoco, ambulanze e forze dell’ordine raggiunsero l’area e trasportarono in ospedale 26 persone con ferite e shock; tra questi, il copilota riportò fratture alla colonna vertebrale e diversi passeggeri furono ricoverati, alcuni in condizioni considerate leggermente gravi.

La dinamica dell’incidente fu attribuita, nelle indagini successive, ad un errore nel seguire le procedure di avvicinamento ed atterraggio, accentuato dalle condizioni di visibilità estremamente ridotta. Il relitto del Boeing fu uno dei soggetti di interesse per giornalisti, fotografi aeronautici e curiosi, rimanendo avvolto dalla nebbia per diverse ore dopo l’impatto.

Quest’evento rimane uno dei pochi incidenti aerei di una certa gravità avvenuti direttamente sulle piste o nei pressi dell’aeroporto di Malpensa. A 50 anni di distanza, l’episodio è raccontato come un miracolo dell’aviazione, testimonianza delle difficoltà delle operazioni di volo in condizioni estreme e della resilienza umana di fronte a un disastro potenziale.