«Il mondo che conosciamo è finito. L’Occidente, da sempre punto di riferimento globale, non esiste più. Dobbiamo abituarci all’idea che quel potere lo abbiamo perso». Con parole nette e prive di diplomazia Josep Borrell, già Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e vicepresidente della Commissione europea (2019-2024), ha aperto oggi le attività della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento, ospite della Targetti Lecture.
Un nuovo ordine mondiale multipolare
Davanti a una platea di studenti, docenti e cittadini, Borrell ha delineato uno scenario geopolitico in rapida evoluzione: «Il mondo non è più multilaterale, ma multipolare, spezzettato e confuso attorno a due grandi poli: Stati Uniti e Cina». L’Europa, ha ammonito, si trova oggi “in mezzo”, tra il Nord globale, il Sud globale e l’Est dominato da Cina, Russia e Corea del Nord. Secondo Borrell, le radici di questo terremoto politico affondano nella crisi dei tradizionali punti di riferimento economici e finanziari: «Le istituzioni regolatrici e i meccanismi che conoscevamo sono saltati, a partire dal concetto di concorrenza leale».
Cina potenza industriale e militare
L’ex Alto rappresentante ha sottolineato la crescita impetuosa di Pechino: «Dal 1989 il PIL pro capite cinese è passato da 300 a 13mila dollari. Oggi la Cina produce un terzo della manifattura mondiale e le spese militari hanno raggiunto i 318 miliardi di dollari, con una flotta più grande di quella americana». Un primato, ha avvertito, che si riflette anche nello spazio, con centinaia di satelliti a duplice uso.
Europa senza difesa comune
Se la Cina avanza, l’Europa arretra. «La guerra è una prospettiva che abbiamo espulso dalla nostra immaginazione. Per questo non abbiamo un esercito comune», ha osservato Borrell, ricordando la riduzione delle truppe statunitensi sul suolo europeo: «Siamo vissuti sotto l’ombrello americano per decenni, ma ora qualcosa è cambiato. Gli Usa non sono più i nostri amici». L’ex ministro degli Esteri spagnolo ha invitato l’Unione Europea a prepararsi a una difesa autonoma, anche alla luce delle pressioni di Donald Trump perché gli Stati membri portino la spesa militare al 5% del PIL.
Ucraina, Gaza e la fragilità dell’Occidente
Borrell ha richiamato l’attenzione sulle due crisi più drammatiche: l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra a Gaza. Sull’Ucraina ha ricordato l’impegno europeo «ben superiore a quello degli Usa» e la necessità di continuare a sostenere Kiev, nonostante i costi umani e finanziari. Sul conflitto israelo-palestinese ha parlato di «crimine di guerra totale», denunciando la risposta europea come «troppo timida», limitata a sanzioni da 220 milioni di euro. L’ex Alto rappresentante ha concluso con un appello: «La pandemia da Covid-19 ci ha insegnato che uniti possiamo affrontare minacce comuni. Ora dobbiamo superare la dipendenza dagli Stati Uniti e costruire una nostra capacità di difesa. Altrimenti l’Unione Europea rischia di diventare un museo di storia».
Le Targetti Lectures
La conferenza, ospitata nella Sala Conferenze Alberto Silvestri del Palazzo di Economia, è stata introdotta dal direttore della Scuola di Studi Internazionali Stefano Schiavo e dedicata alla memoria del fondatore Ferdinando Targetti. Nel corso dell’evento la professoressa Anna Casaglia ha ricevuto il Distinguished Teacher Award per l’eccellenza nella didattica.