Negli ultimi anni, gli astronomi hanno osservato con attenzione T Coronae Borealis, un sistema binario posto nella costellazione della Corona Boreale. Recenti studi suggeriscono che T CrB - noto anche come Blaze Star - potrebbe andare incontro ad un’esplosione visibile da Terra già tra il 2025 e il 2026.
La stella che sta per illuminare il cielo, l’esplosione di T CrB sarà visibile a occhio nudo
Le stelle come T CrB attraversano fasi evolutive diverse rispetto alle supernova tradizionali. T CrB è un sistema binario formato da una gigante rossa (di tipo spettrale M4 III) che trasferisce materia su una nana bianca. Quando abbastanza idrogeno si accumula sulla superficie della nana bianca, può scattare un’esplosione termonucleare superficiale, un fenomeno chiamato nova ricorrente. A differenza di una supernova, la nana bianca non è necessariamente distrutta: l’esplosione riguarda gli strati superficiali.
Durante l’eruzione il sistema può aumentare bruscamente di luminosità, da magnitudine normalmente debole fino a circa +2, diventando per alcuni giorni uno degli astri più luminosi del cielo notturno. Gli esperti stimano che la riaccensione (nova) di T CrB potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2026 (o, in alternativa, entro il 2027), secondo i modelli aggiornati basati sul tasso di accumulo di materia sulla nana bianca. Il sistema T Coronae Borealis ha avuto eruzioni osservate in passato nel 1866 e 1946. Ci sono anche prove storiche che suggeriscono eventi analoghi nel 1787 e nel 1217.
L’intervallo tra le eruzioni - circa 80 anni - rende questo fenomeno raro ed atteso da generazioni. Recenti simulazioni idrodinamiche indicano che, data la massa relativamente elevata della nana bianca (circa 1,37 masse solari), la prossima nova potrebbe essere la più brillante mai osservata in raggi X. Intorno a T CrB è stata individuata una debole nebulosità su scala molto ampia, residuo di esplosioni precedenti. Si prevede che la nube espulsa dalla futura esplosione sarà troppo tenue per produrre echi di luce otticamente rilevabili, ma un follow‑up con strumenti spaziali come il telescopio spaziale James Webb o Hubble potrebbe rivelare emissioni nell’infrarosso legate a polvere o gas.
Se la nova si verificherà, non sarà affatto un’esplosione catastrofica al livello di una supernova: non è prevista distruzione del sistema, ma sarà comunque uno spettacolo brillante, visibile anche da cieli poco bui ed un’opportunità per studiare la fisica delle esplosioni stellari da vicino. Per un osservatore sulla Terra, l’evento - quando arriverà - sarà vecchio di circa 3.000 anni: la distanza stimata di T CrB è infatti di qualche migliaio di anni‑luce.