Salpata da Trieste, la nave dell’Istituto OGS partecipa alla 41ª campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Trasporterà le carote di ghiaccio del progetto internazionale Ice Memory, riconosciuto dall’Unesco e dedicato alla conservazione degli archivi naturali del clima terrestre.
Una missione tra scienza e memoria del pianeta
È salpata dal porto di Trieste la rompighiaccio Laura Bassi, nave di punta dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), diretta in Antartide per una nuova spedizione scientifica.
L’imbarcazione parteciperà alla 41ª campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), con un carico speciale che ne fa una missione unica al mondo: le carote di ghiaccio del progetto internazionale Ice Memory, veri e propri archivi naturali del clima terrestre.
Il viaggio durerà oltre 190 giorni e attraverserà due emisferi. Dopo una sosta in Nuova Zelanda a metà novembre, la nave raggiungerà l’Antartide a dicembre, per poi rientrare a Trieste nella primavera 2026.
Un nuovo assetto per la ricerca italiana nei mari polari
La Laura Bassi affronta questa spedizione con un nuovo assetto, grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca.
“La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi”, spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali di OGS.
“La prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre in convoglio con la nave rompighiaccio coreana Araon. Le due imbarcazioni si supporteranno reciprocamente lungo la rotta antartica. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, dedicata a cinque progetti scientifici fino ai primi di marzo.”
Le carote di ghiaccio: memoria del clima e dono alle generazioni future
Oltre alle attrezzature e ai materiali per la 41ª campagna PNRA, la Laura Bassi trasporta quest’anno un carico dal valore simbolico e scientifico inestimabile: le carote di ghiaccio del progetto Ice Memory, iniziativa riconosciuta dall’Unesco e promossa dalla Ice Memory Foundation, con la partecipazione dell’Istituto di Scienze Polari del CNR (Cnr-Isp), dell’Università Ca’ Foscari Venezia e di altri centri di ricerca europei.
L’obiettivo di Ice Memory è ambizioso: conservare per sempre campioni di ghiaccio dei ghiacciai minacciati dai cambiamenti climatici, custodendo al loro interno le tracce dell’atmosfera del passato — gas serra, polveri, aerosol e inquinanti — per consentire agli scienziati del futuro di studiare l’evoluzione del clima terrestre.
“Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio”, afferma Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore di Ice Memory e vicepresidente della Fondazione. “È il risultato di un grande lavoro di squadra internazionale e di un impegno condiviso verso le future generazioni.”
Un archivio mondiale sotto il ghiaccio antartico
Le carote di ghiaccio, estratte nel maggio 2025 dal Grand Combin in Svizzera e nel 2016 dal Monte Bianco, viaggeranno per oltre 50 giorni da Trieste all’Antartide.
Una volta giunte alla base costiera Mario Zucchelli, verranno trasferite in aereo alla stazione italo-francese Concordia, situata sull’altopiano antartico, dove saranno conservate in una galleria di ghiaccio permanente: l’Ice Memory Sanctuary.
L’archivio, lungo 35 metri e scavato a 4 metri di profondità nella neve, mantiene naturalmente una temperatura di -50°C, condizione ideale per la conservazione dei campioni senza impatto ambientale.
“Il Cnr-Isp è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che tutela gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro”, dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di Scienze Polari del CNR.
“Il lavoro delle ricercatrici e dei ricercatori coinvolti testimonia non solo la qualità della nostra ricerca, ma anche l’impegno nel lasciare un’eredità concreta per la comprensione del pianeta.”
Una sfida logistica ai confini del mondo
Il trasporto dei campioni è un’impresa logistica straordinaria: durante il volo verso Concordia, della durata di quasi cinque ore, l’aereo volerà senza riscaldamento per mantenere la temperatura costante di -20°C, indispensabile per la conservazione delle carote.
“ENEA si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica,” spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA. “Il tutto in collaborazione con l’Istituto Polare Francese Paul Émile Victor (IPEV), che gestisce con l’Italia la stazione Concordia. Si tratta di uno sforzo coordinato tra tutti e tre gli enti attuatori del PNRA — CNR, ENEA e OGS — in uno degli ambienti più difficili del pianeta.”
Una missione simbolo della cooperazione scientifica italiana
Le missioni italiane in Antartide sono finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRA, gestite dal CNR per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione logistica e dall’OGS per la direzione tecnica e scientifica della N/R Laura Bassi.
L’impresa della rompighiaccio non rappresenta solo un viaggio ai confini del mondo, ma anche un esempio di eccellenza italiana nella cooperazione internazionale e nella tutela del pianeta.
La memoria del ghiaccio, custodita per sempre sotto la neve dell’Antartide, diventerà un lascito per la scienza del futuro, testimonianza tangibile di come la ricerca possa superare confini geografici, politici e generazionali per salvaguardare la conoscenza della Terra.