Mentre divampa la polemica politica relativa alle presunte dichiarazioni di Francesco Saverio Garofani, consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il Consiglio Supremo di Difesa, che secondo il quotidiano La Verità, avrebbe auspicato, nel corso di una cena tra amici, un provvidenziale scossone per far cadere il governo di Giorgia Meloni, suggerendo un’attività politica del Quirinale per favorire una lista civica alternativa - tanto che il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ne ha chiesto ieri le dimissioni, per poi in parte smentire - si sono svolte le elezioni regionali che hanno riguardato Veneto, Campania e Puglia.
Regionali 2025, vincono i candidati, ma a trionfare è l’astensionismo record
In Veneto è stato eletto Alberto Stefani della coalizione di centrodestra, il più giovane governatore d’Italia, che prenderà il posto di Luca Zaia, probabilmente destinato ad un incarico ministeriale, in previsione di un rimpasto del Governo o ad un incarico di pari prestigio. In Campania e Puglia ha stravinto il centrosinistra, o campolargo, come si suol dire. Sulla scia dei due mandati di Vincenzo De Luca e di Michele Emiliano, sono stati eletti, in Campania, l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, esponente di spicco del Cinquestelle e in Puglia, Antonio De Caro, già Sindaco di Bari per due mandati, che ora dovrà dimettersi da parlamentare europeo.
Un esito scontato, rispetto alle previsioni, che ha ribaltato l’esito della tornata elettorale precedente, quando due regioni (Calabria e Marche) sono state appannaggio del centrodestra, mentre in Toscana ha vinto il centrosinistra.
Il vero e indiscusso trionfatore delle elezioni è l’astensionismo. Inarrestabile, da quanto emerge dal confronto dei dati del 23 e 24 novembre 2025 con quelli di cinque anni or sono. In Veneto, l'affluenza finale è poco sopra il 44%, crollando di oltre 16 punti percentuali rispetto all'ultima tornata elettorale nel 2020, quando si era espresso il 61,13 per cento degli elettori, nonostante l’epidemia da Covid-19. In Campania, è stata del 44,06%, contro il 55,52% della precedente tornata elettorale. In Puglia si è registrato il dato più basso: il 41%, contro il 56,4% del 2020.
Questi dati non testimoniano solo la questione della disaffezione dei cittadini al voto, anche se già questo dovrebbe far seriamente riflettere. Emerge una questione politica di grandissima rilevanza: se le percentuali dei votanti scendono sotto il 50%, questo significa che chi è scelto per governare è legittimato da una percentuale molto ridotta degli aventi diritto. È quindi da auspicare per i prossimi anni una politica più inclusiva e coinvolgente per tutta la Cittadinanza, che porti al più ampio numero possibile di elettori la speranza necessaria per poter esercitare il loro fondamentale diritto-dovere.