In 25 anni i nuovi casi cresceranno del 61% e i decessi del 75%. Quattro morti su dieci legati a fattori di rischio modificabili come tabacco, dieta non sana e iperglicemia.
Il futuro della lotta al cancro si gioca adesso. Un’analisi monumentale pubblicata su The Lancet dal gruppo di ricerca internazionale Global Burden of Disease Cancer Collaborators prevede che, senza interventi mirati, nel 2050 il numero di nuove diagnosi salirà a 30,5 milioni e i decessi a 18,6 milioni. Rispetto al 2024, un balzo impressionante: +61% di incidenza e +75% di mortalità.
Oltre la metà delle nuove diagnosi e due terzi delle morti colpiranno i Paesi a basso e medio reddito (LMICs), dove l’impatto del cancro rischia di trasformarsi in un’emergenza sanitaria ed economica.
“Il cancro rimane un peso enorme per la salute globale e crescerà in modo sproporzionato nei Paesi con risorse limitate”, avverte Lisa Force, autrice principale e ricercatrice presso l’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), University of Washington. “Servono politiche coraggiose per garantire diagnosi tempestive, terapie efficaci e cure di qualità ovunque.”
Un paradosso: più casi, ma tassi in calo
Dal 1990 al 2023 i numeri sono esplosi: i nuovi casi sono raddoppiati (da 9 a 18,5 milioni) e i decessi sono saliti a 10,4 milioni (+74%). Eppure, i tassi di mortalità standardizzati per età sono diminuiti del 24% a livello mondiale.
Il messaggio è chiaro: la crescita dei numeri assoluti è dovuta soprattutto a invecchiamento e crescita demografica, non a un peggioramento della malattia in sé.
Ma dietro il dato globale si nasconde un forte divario: nei Paesi ricchi i tassi scendono, mentre nei contesti poveri aumentano, segnalando sistemi sanitari in difficoltà.
I tumori più diffusi
Nel 2023, il tumore al seno è risultato il più diagnosticato a livello mondiale, mentre la coppia trachea-bronchi-polmone si conferma la principale causa di morte.
Fattori di rischio: il 42% delle morti è evitabile
Quasi quattro decessi su dieci per cancro (42%) sono attribuibili a 44 fattori modificabili.
Il principale resta il tabacco, responsabile del 21% delle morti oncologiche globali. Seguono dieta scorretta, alcol, obesità, glicemia elevata e inquinamento.
Nei Paesi più poveri il quadro cambia: qui la prima causa di rischio oncologico è il sesso non sicuro, che da solo pesa sul 12,5% delle morti per cancro.
“Ridurre i rischi noti e rafforzare diagnosi e cure precoci significa salvare milioni di vite”, sottolinea Theo Vos, co-autore dello studio.
Disuguaglianze che uccidono
Il rapporto fotografa un mondo spaccato: Libano ha registrato l’aumento percentuale più alto di incidenza e mortalità dal 1990, mentre Kazakhstan ha visto il calo più marcato della mortalità. Nei Paesi del Golfo, come gli Emirati Arabi Uniti, l’incidenza è addirittura diminuita del 56%.
La tendenza più preoccupante resta quella dei LMICs, dove casi e decessi crescono insieme e dove gli investimenti per la prevenzione e la cura sono drammaticamente insufficienti.
“La crescita del cancro nei Paesi a basso reddito è un disastro imminente”, avverte Meghnath Dhimal del Nepal Health Research Council.
Obiettivo ONU fuori portata
L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite prevede di ridurre di un terzo la mortalità prematura per malattie non trasmissibili, incluso il cancro. Ma i dati dicono che l’obiettivo è lontanissimo.
Gli autori chiedono un cambio di passo: finanziamenti adeguati, sistemi sanitari rafforzati, piani nazionali di controllo oncologico, registri tumori più solidi e una strategia integrata di prevenzione.
“Il futuro del controllo del cancro dipende da azioni decisive e collettive oggi”, scrivono in un commento collegato Qingwei Luo e David P. Smith dell’Università di Sydney.
Il messaggio finale
Lo studio, sostenuto dalla Gates Foundation, dallo St Jude Children’s Research Hospital e dalla St Baldrick’s Foundation, è un grido di allarme ma anche un invito all’azione.
Il cancro non è un destino immutabile: quattro morti su dieci possono essere evitate. Servono prevenzione, politiche pubbliche e investimenti. Perché senza un intervento deciso, nel 2050 il mondo conterà 18,6 milioni di vittime oncologiche ogni anno.