RiViVe, acronimo di Ripensare la diversità del vivente, è un laboratorio ideato dal National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca italiano dedicato allo studio ed alla tutela della biodiversità. Coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), RiViVe nasce per affrontare uno dei temi più urgenti del nostro tempo: la perdita della biodiversità. Il laboratorio si svolge dal 13 al 18 ottobre 2025 nel sito forestale di Collelongo-Selva Piana, in Abruzzo, parte della rete LTER Italia, che monitora gli ecosistemi naturali sul lungo periodo.
RiViVe, il laboratorio che unisce scienza e società per salvare la biodiversità
RiViVe è aperto ad un gruppo selezionato di venti partecipanti, tra studenti, ricercatori, insegnanti, operatori culturali e membri di associazioni. Lo scopo è creare un confronto tra discipline diverse - dalla biologia all’arte, dalla pianificazione urbana alla comunicazione - per generare nuove idee, strumenti ed azioni concrete a difesa della natura.
In Italia, negli ultimi anni, sono aumentati i progetti legati alla tutela della biodiversità. Alcuni studi hanno usato strumenti digitali per mappare le specie vegetali e analizzare i legami tra flora e clima, raccogliendo dati da oltre 6.700 stazioni ecologiche in tutto il Paese. Altri hanno monitorato animali a rischio come le farfalle nelle riserve UNESCO, mostrando quanto siano urgenti strategie di protezione locali.
Un ruolo centrale è giocato dall’innovazione. Tecnologie come i sensori ambientali, i satelliti e l’intelligenza artificiale permettono di osservare in tempo reale come cambia la natura. Anche i cittadini contribuiscono: sempre più spesso partecipano a progetti di Citizen Science, raccogliendo dati utili per gli scienziati. Iniziative come RiVe di ISPRA, dedicate alla vegetazione riparia, mostrano come la collaborazione tra esperti e popolazione porti risultati concreti.
A livello internazionale, si sperimentano nuovi strumenti economici per la biodiversità, come i crediti naturali: chi danneggia un ambiente può “compensare” sostenendo interventi di ripristino in altre aree. Questo approccio è stato presentato anche in sedi come la COP16, grazie a progetti italiani sviluppati con il supporto di enti di ricerca ed imprese private.
RiViVe si inserisce in questo contesto come un modello di lavoro condiviso, che supera le barriere tra scienza, società e cultura. Il suo obiettivo non è solo studiare la biodiversità, ma renderla parte del modo in cui viviamo e prendiamo decisioni. Per proteggere il nostro futuro, serve un nuovo sguardo sul vivente: più inclusivo, consapevole e capace di agire.