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Caso Juana Rivas, il figlio conteso torna in Italia

 
Caso Juana Rivas, il figlio conteso torna in Italia

Dopo una lunga battaglia legale, il figlio di Juana Rivas è tornato in Italia con il padre. Un caso che ha diviso la Spagna e scosso l'opinione pubblica

di Annachiara Albanese

Con la consegna del piccolo Daniel al padre, un italiano, a conclusione di una lunga battaglia giudiziaria, si è conclusa, ma solo per il momento, una vicenda di figli contesti, che ha scosso la Spagna, diventando un caso nazionale, con i media iberici che l'hanno seguita passo dopo passo, sino al suo epilogo oggi, a Granada.

Juana Rivas ha consegnato il figlio più giovane, di 11 anni, al padre, Francesco Arcuri, che ne ha preso la custodia, in ottemperanza a un ordine del tribunale. Arcuri ha descritto come soddisfacente e sereno il ricongiungimento con il bambino dopo i sette mesi in cui il bambino ha vissuto con la madre.

La versione del padre: “Sereno e felice”

Il team legale di Arcuri, guidato dall'avvocato Enrique Zambrano, ha sottolineato che la consegna del bambino, che si è svolta alla presenza di medici e assistenti sociali, si è conclusa senza intoppi, con Daniel tornato in Italia con Arcuri, il cui entourage ha assicurato che il bambino era ''sereno'' e ''felice''. La fase della consegna si è svolta in tribunale e con maggiore privacy rispetto al primo appuntamento, che era stato fissato per lo scorso martedì, quando l'enorme clamore mediatico e i momenti di tensione vissuti nel luogo dove i genitori si trovavano hanno indotto il giudice del tribunale di Granada a rinviarlo.

Su indicazione del giudice, i genitori sono arrivati questa mattina presto nel luogo concordato, accompagnati esclusivamente dai loro avvocati – a differenza di quanto accaduto nel primo tentativo, in cui consulenti e parenti si sono recati con Rivas e il minore – a mezz'ora di distanza e in un'auto privata con accesso diretto al garage per evitare la sovraesposizione, che non ha comunque impedito la presenza dei media.

La posizione di Juana Rivas: battaglia legale continua in Italia

Juana Rivas è stata la prima ad arrivare all'edificio dei tribunali di Granada poco dopo le nove del mattino, mezz'ora prima del suo ex compagno. Pochi minuti dopo le 11:00, Rivas ha lasciato il posto in auto con il suo avvocato, mentre Arcuri ha fatto lo stesso alle 12:15 in compagnia del figlio e del suo legale, scortati dalla Polizia. Fino a quando ha potuto, Juana Rivas è stata con Daniel e l'équipe di psicologi, prima di salutare il figlio e lasciare il tribunale con il suo avvocato

Il team legale di Juana Rivas ha dichiarato che non si arrenderà "mai" e che ora trasferirà la lotta in Italia, dove è stato presentato ricorso contro la decisione della corte d'appello di Cagliari, che ha affidato la custodia di Daniel al padre. I legano hanno anche detto che chiederanno, alle autorità italiane, misure di protezione del minore.

In una dichiarazione, il team legale ha affermato che Daniel è stato consegnato al padre nonostante il fatto che l'uomo sia stato "condannato per violenza di genere in Spagna" ed è accusato dalla Procura italiana di abusi familiari, un processo che affronterà il 18 settembre a Cagliari. In quel processo, aggiunge il team legale della madre, Daniel, insieme a suo fratello maggiore, Gabriel, 19 anni, è uno dei due testimoni principali. "Troviamo incredibile che un ragazzino di 11 anni arrivi in tribunale tenendo per mano il padre accusato di averlo maltrattato", aggiunge il collegio di difesa di Juana Rivas. "Con il tempo, Daniel sarà in grado di raccontare in prima persona tutta la sofferenza che questa situazione gli ha generato, proprio come ha fatto suo fratello Gabriel quando ha raggiunto la maggiore età", conclude il comunicato del team di legali.

Violenza, accuse e testimonianze: il processo previsto a settembre

Juana Rivas è già stata condannata a cinque anni di carcere per due reati di sottrazione di minori, pena che la Corte Suprema ha ridotto alla metà nel 2021 e che, con la grazia parziale approvata nel 2021, è stata infine ridotta a un anno e tre mesi di carcere. La validità della grazia è subordinata alla condizione che non abbia commesso lo stesso reato per il quale è stata condannata entro quattro anni, periodo che è ancora in vigore.

Questo lungo percorso giudiziario risale all'estate del 2017, quando Juana Rivas è scomparsa per un mese con i suoi figli per non consegnarli al padre perché, disse, voleva proteggerli dal padre. All'epoca i suoi figli avevano 11 e 3 anni.