Spesso messo in ombra dal più celebre oro, l'argento sta vivendo un vero e proprio rinascimento, catturando l'attenzione di investitori e analisti. Ma è davvero sottovalutato? Per capirlo, dobbiamo esplorare i complessi meccanismi che ne determinano il valore e le sue promettenti prospettive future. Una lettura essenziale sia per chi cerca investimenti solidi a lungo termine, sia per chi è a caccia di opportunità di trading veloci.
PERCHÉ L'OFFERTA NON AUMENTA? LA CRISI DELLE MINIERE
Il settore minerario globale sta attraversando un periodo di grandi difficoltà. Questa crisi, che colpisce metalli come zinco, rame e, in particolare, l'argento, ha creato uno squilibrio significativo. Fino al 2020, domanda e offerta erano in equilibrio, ma dal 2021 si è registrato un crescente "deficit di mercato": si chiede più argento di quanto se ne riesca a produrre. Un campanello d'allarme per il futuro del metallo.
IL PREZZO SALE: LA LEGGE DELLA SCARSITÀ
Questo squilibrio si riflette direttamente sul prezzo dell'argento. Già nel 2020, alla previsione di un deficit per il 2021, il prezzo ha iniziato la sua ascesa, un trend che prosegue ancora oggi. È la semplice legge dell'economia: se un bene è molto richiesto e poco disponibile, il suo valore sale. Il deficit si è acuito nel 2022 e, nonostante una leggera flessione, la situazione persiste, con le previsioni che indicano una domanda industriale in ulteriore crescita.
Questa carenza prolungata sta intaccando anche le riserve globali. Dopo un periodo di accumulo fino al 2021, stiamo ora attingendo a queste scorte, un fenomeno che si protrae da almeno quattro anni.
LE INDUSTRIE ASSETATE D'ARGENTO: ELETTRONICA E FOTOVOLTAICO IN TESTA
I veri motori di questa impennata della domanda sono l'elettronica e, soprattutto, il fotovoltaico, settori che hanno conosciuto una crescita esponenziale. Il consumo industriale di argento è quasi raddoppiato in dieci anni, passando da 272 milioni di tonnellate a 485 milioni nel 2024.
Il settore dei pannelli solari è un colosso inarrestabile: dai 59,6 milioni di tonnellate di argento usate nel 2015 si è passati a ben 232 milioni nel 2024. Questa esplosione è globale, guidata anche da paesi come la Cina, che investe massicciamente nella transizione verso energie pulite. Le proiezioni indicano che tra il 2024 e il 2030, il fotovoltaico fornirà l'80 per cento dell'aumento globale di energia rinnovabile, diventando la fonte principale entro la fine del decennio.
Un tempo, anche la fotografia era una grande consumatrice di argento, ma con l'avvento del digitale, la sua richiesta in questo settore è calata drasticamente.
L'ARGENTO E LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA: AI, 5G E AUTO ELETTRICHE
Non solo fotovoltaico. L'Intelligenza Artificiale (AI) sta diventando un fattore cruciale. I data center, veri e propri "cervelli" che elaborano moli immense di dati per l'AI, sono finanziati da giganti come Google e OpenAI e richiedono quantità notevoli di argento.
L'argento è il miglior conduttore di elettricità, superando persino il rame. In un mondo sempre più connesso, dominato dall'AI e dall'Internet of Things (IoT) – dove oggetti quotidiani comunicano via internet, come gli assistenti vocali o gli elettrodomestici smart – questa caratteristica è insostituibile.
Le previsioni indicano una crescita massiccia della domanda industriale entro il 2030, con l'80 per cento del fabbisogno totale proveniente proprio dall'industria. Le infrastrutture 5G sono in espansione globale, e l'IoT per dispositivi come "Alexa" necessita di ingenti quantità di argento per integrare tecnologie come infrarossi e Wi-Fi.
Anche l'industria automobilistica è in prima linea. La diffusione dei veicoli elettrici è un trend consolidato: un'auto elettrica o di ultima generazione richiede circa 25-50 grammi di argento, più del doppio rispetto a dieci anni fa. Persino le auto tradizionali, con i loro sistemi di guida assistita, utilizzano l'argento per la sua conducibilità.
Anche le tecnologie mediche e l'elettronica di consumo contribuiscono a questo aumento della richiesta.
I data center, in particolare, sono il nuovo Eldorado. Le "Big Seven" (i sette maggiori colossi tecnologici) stanno investendo cifre colossali in AI e infrastrutture. Con un mercato ancora difficile da stimare, l'argento è posizionato per trarre enormi vantaggi da questa crescita esplosiva.
BENE RIFUGIO O MATERIA PRIMA? L'ARGENTO TRA ORO E INDUSTRIA
L'oro è da sempre il bene rifugio per eccellenza, accumulato dalle banche centrali, in particolare dai paesi BRICS. Tuttavia, la crescente domanda industriale sta rafforzando anche la percezione dell'argento come bene rifugio. Se l'argento viene sempre più consumato dall'industria, la sua scarsità ne aumenta il valore come protezione, pur con motivazioni diverse da quelle dell'oro.
L'oro, spinto dagli investimenti e dagli acquisti delle banche centrali, ha sovraperformato, ampliando il Gold/Silver Ratio (il rapporto tra i prezzi dei due metalli). Serve come baluardo contro l'inflazione e la svalutazione del dollaro. L'argento, con la sua forte vocazione industriale, è più legato all'andamento dell'economia, ma rimane correlato all'oro.
Negli ultimi mesi, questa correlazione ha toccato lo 0,8, indicando che i loro prezzi si muovono spesso nella stessa direzione. Ma mentre l'oro è prevalentemente un bene rifugio (solo il 7 per cento della sua domanda globale nel 2024 è tecnologica), l'argento ha una doppia natura: è un bene rifugio, ma soprattutto una materia prima industriale essenziale.
INVESTIRE NELL'ARGENTO: LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO
Per chi guarda a investimenti a lungo termine, è cruciale comprendere l'evoluzione del mondo nei prossimi 10-20 anni e se i fattori che spingono il prezzo dell'argento continueranno a crescere. Sebbene nessuno abbia la sfera di cristallo, le attuali proiezioni indicano un potenziale robusto.
COSA POTREBBE ANDARE STORTO? I RISCHI DA MONITORARE
Come per ogni investimento, è fondamentale considerare i rischi.
Salute dell'Industria: Gli indici PMI (Purchasing Managers' Index) di USA e Cina, che misurano lo stato di salute dell'industria, sono un barometro cruciale. Dati positivi sulla produzione cinese, ad esempio, sono un buon segno.
Equilibrio Domanda-Offerta: Bisogna monitorare il deficit di mercato. Se l'offerta dovesse superare la domanda, il prezzo dell'argento potrebbe risentirne. Un eventuale aumento significativo della produzione mineraria, se la domanda rimanesse stabile, avrebbe un impatto negativo.
Politiche Monetarie e Inflazione: L'apprezzamento del dollaro e un'inflazione incontrollata, conseguenti a tagli eccessivi dei tassi d'interesse, potrebbero rendere oro e argento meno attraenti. Le decisioni della Fed (la banca centrale americana) sui tassi sono cruciali. Le previsioni attuali per due tagli dei tassi quest'anno (il secondo a dicembre) sono già considerate dal mercato. Un numero maggiore di tagli potrebbe avere un impatto negativo sull'argento.
IL GOLD/SILVER RATIO E GLI OBIETTIVI DI PREZZO
Il Gold/Silver Ratio, che indica quante once d'argento servono per comprare un'oncia d'oro, è un parametro chiave per gli investitori a medio-lungo termine. Ha superato i 100 in momenti di crisi (come il Covid) e si è mantenuto tra 90 e 100 negli ultimi anni. Attualmente, siamo circa il 65 per cento sopra la media degli ultimi 55 anni. Questi livelli "estremi" suggeriscono una sovraperformance dell'oro e potrebbero preannunciare una "correzione", ovvero un apprezzamento dell'argento rispetto all'oro. Gli analisti tecnici identificano i 40 dollari come un obiettivo plausibile per l'argento nel medio termine.
IL RUOLO DELLA CINA E LA PRODUZIONE MINERARIA
La Cina è il principale consumatore globale di argento grazie alla sua intensa attività industriale. La sua crescita economica è strettamente legata alla domanda del metallo. La Banca Centrale cinese è anche la maggiore accumulatrice d'oro, in un tentativo di lunga data di far sì che lo Yuan soppianti il dollaro come valuta di riferimento internazionale. Questo accumulo ha influenzato il Gold/Silver Ratio.
La produzione di argento, sebbene cresciuta negli ultimi tre anni, è ancora al di sotto dei livelli del 2016 (un picco decennale). Dopo un minimo nel 2020 (causato dal Covid), la produzione è ripartita ma è lontana dai livelli pre-2016, a fronte di una domanda in forte crescita. Per ogni lingotto d'oro, se ne producono circa otto d'argento, ma la domanda industriale di quest'ultimo potrebbe coprire l'80 per cento della produzione entro il 2030, evidenziando una significativa sproporzione tra fabbisogno e ritmo di crescita della produzione. Questo mette l'argento sotto i riflettori degli operatori, come si è visto dal suo andamento nell'ultimo anno.
LE DIFFICOLTÀ DEL SETTORE ESTRATTIVO
Il settore minerario dell'argento deve affrontare costi energetici elevatissimi. L'argento è spesso un sottoprodotto dell'estrazione di altri metalli (zinco, palladio, rame); sono poche le aziende che si dedicano esclusivamente all'argento. Inoltre, la pressione per una maggiore sostenibilità e le regolamentazioni locali limitano la crescita del settore, impedendogli di tenere il passo con la domanda. I costi aumentano anche per l'identificazione di nuovi giacimenti e la necessità di processi più ecologici. Il settore minerario è energivoro e inquinante, con potenziali conflitti sociali e di diritti umani.
CONCLUSIONI: L'ARGENTO, PROTAGONISTA DEL FUTURO?
La combinazione di una domanda industriale in rapida crescita (spinta da fotovoltaico, AI e nuove tecnologie), un deficit di offerta persistente e un Gold/Silver Ratio storicamente elevato, rende l'argento un asset di grande interesse per il futuro. Questo nonostante le sfide del settore estrattivo e la sua volatilità legata alle politiche monetarie.
Pur essendo uno dei metalli preziosi più abbondanti rispetto a platino e oro, la sua disponibilità è bilanciata dall'elevata domanda industriale. Regolamentazioni e pratiche estrattive sostenibili rappresentano un forte ostacolo per le compagnie minerarie. La produzione non riesce a tenere il passo con la domanda, portando a un aumento significativo del riciclaggio. Nel 2024, il riciclo è aumentato del 6 per cento anno su anno, un dato che evidenzia gli sforzi per coprire un fabbisogno che la produzione primaria non riesce a soddisfare.
Il settore minerario è molto energivoro e dipende fortemente dal petrolio. Un aumento del prezzo del petrolio potrebbe far lievitare i costi di estrazione, influenzando direttamente il costo di produzione dell'argento. Inoltre, il caro petrolio spesso causa inflazione, riducendo i consumi e, di riflesso, la domanda industriale di argento. Questo potrebbe creare un deficit tra domanda e offerta, o viceversa, se la domanda dovesse diminuire drasticamente.
L'argento si presenta quindi come un attore cruciale nel panorama economico e tecnologico futuro, con un potenziale di crescita da non sottovalutare. Tuttavia, osservarne le dinamiche non è semplice, complicando le scelte per gli investitori.