La BCE taglia i tassi di 25 punti base ma frena le aspettative su nuovi stimoli. Lagarde: “È un punto di arrivo, non di partenza”. Mercati cauti, inflazione sotto controllo bce taglio tassi
di Luca Lippi
Lagarde chiude il ciclo, ma avverte sulle incertezze future. La Banca Centrale Europea ha premuto il pedale del freno, pur concedendo un ultimo, atteso taglio. Con questo taglio, il Consiglio Direttivo ha abbassato il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo al 2 per cento. Ma chi si aspettava l'inizio di una nuova stagione espansiva è rimasto deluso. Il messaggio di Christine Lagarde è stato l'esatto opposto: non un punto di partenza, ma un punto di arrivo. bce taglio tassi
LA FINE DI UN'ERA, NON L'INIZIO DI UNA NUOVA
"Stiamo giungendo alla fine di un ciclo di politica monetaria", ha dichiarato la Presidente della BCE con parole nette, che non lasciano spazio a interpretazioni ambigue. Un ciclo, ha ricordato, nato per fronteggiare "shock complessi, tra cui il Covid, la guerra illegittima in Ucraina e la crisi energetica". La decisione di oggi non è quindi un invito a osare, ma una constatazione: il lavoro più duro è stato fatto. "Al livello attuale dei tassi", ha aggiunto Lagarde, "siamo in una buona posizione per affrontare le incertezze che verranno". Il cuore del ragionamento della BCE risiede in un'attenta lettura dei dati sull'inflazione. Il fatto che l'indice dei prezzi al consumo sia "intorno al target" del 2 per cento non è più una scusa per continuare a tagliare, ma è diventato il segnale per fermarsi. Continuare a spingere sull'acceleratore monetario ora sarebbe un rischio, soprattutto in un contesto macroeconomico dove la crescita dei salari e l'aumento della spesa pubblica potrebbero alimentare nuove fiammate inflazionistiche. Le nuove stime della stessa BCE confermano questa linea prudente: l'inflazione è prevista scendere sotto il 2 per cento già nel terzo trimestre del 2025, attestandosi all'1,6 per cento nel 2026, per poi risalire gradualmente verso il target solo nel 2027. Tagliare ancora, con queste proiezioni, sarebbe una mossa ingiustificata e potenzialmente dannosa.
LA CRESCITA FRENA, TRA DAZI E SPESA PUBBLICA
Mentre la politica monetaria si prepara a una pausa, l'economia dell'Eurozona mostra segnali di rallentamento. Le previsioni di crescita per il 2025 sono state riviste al ribasso, a un modesto +1,1 per cento. A pesare sono le incertezze globali, in particolare la politica commerciale degli Stati Uniti e la minaccia di una nuova guerra dei dazi, che stanno già avendo un impatto negativo sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni. Tuttavia, la BCE vede anche un fattore di stabilizzazione all'orizzonte: la spinta fiscale. L'aumento della spesa pubblica, concentrata soprattutto nei settori della difesa e delle infrastrutture, dovrebbe fornire un sostegno cruciale all'attività economica nei prossimi trimestri, controbilanciando in parte le debolezze del settore privato.
LA REAZIONE DEI MERCATI: UN MESSAGGIO RECEPITO
I mercati finanziari hanno colto immediatamente la sfumatura "da falco" del messaggio di Lagarde. Nonostante il taglio, la reazione è stata quella tipica di una stretta monetaria annunciata: L'euro si è rafforzato, guadagnando lo 0,6 per cento contro il dollaro, poiché gli investitori hanno ridimensionato le aspettative di ulteriori tagli futuri. I rendimenti obbligazionari sono saliti, con il Bund tedesco a 2 anni che ha raggiunto l'1,86 per cento, il livello massimo delle ultime due settimane, a indicare che il mercato si aspetta tassi più alti più a lungo. Le borse sono rimaste caute, con l'indice EuroStoxx sostanzialmente fermo, in attesa di capire le prossime mosse in un quadro complesso. In sintesi, i mercati monetari hanno smesso di scommettere su un ciclo di tagli aggressivi, allineandosi alla prudenza della BCE.
I TRE SCENARI PER IL FUTURO
Guardando avanti, la stessa BCE ha delineato tre possibili percorsi per i prossimi mesi, a testimonianza della grande incertezza del contesto: Rischio Basso: uno scenario base con inflazione contenuta e una crescita economica moderata. Rischio Moderato: un'ipotesi in cui la crescita si rivela leggermente più forte del previsto, con possibili implicazioni per l'inflazione. Rischio Grave: lo scenario peggiore, caratterizzato da un'escalation dei dazi commerciali e un calo della domanda globale, che porterebbe a una crescita inferiore e a una nuova discesa dell'inflazione. In conclusione, il taglio di oggi non apre una nuova fase espansiva per l'Eurozona. Al contrario, chiude un ciclo lungo e complesso di interventi di emergenza. La BCE si mette ora in una posizione di attesa, pronta a reagire ma convinta che, per il momento, la mossa migliore sia osservare. bce taglio tassi