La disforia di genere è un senso di disagio e di inadeguatezza nei confronti del sesso biologico. La questione ha sollevato scalpore quando il senatore Maurizio Gasparri, durante un'interrogazione del maggio 2024, parlò dell'uso dei bloccanti della pubertà che venivano somministrati ai minori impegnati nei percorsi di identità di genere all’ospedale Carreggi di Firenze.
Il Ministero della Salute effettuò pertanto un’ispezione, dalla cui relazione si deduce che l’ospedale non aveva avuto un approccio multidisciplinare (ossia in particolare col supporto di medici neurologi e neuropsichiatri) nell’attuare il percorso.
Per dirimere la situazione a livello nazionale, già nel mese di maggio 2024 il Governo ha istituito il Tavolo tecnico di approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere con un decreto ministeriale firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal Ministro della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella.
Ieri, 5 agosto, a seguito degli studi condotti da un team di 29 esperti, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge "per l'appropriatezza prescrittiva ed il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere".
Il disegno ha come tema principale l’assunzione di farmaci legati alla disforia di genere, con riferimento particolare alla triptorelina, un farmaco che inibisce la produzione ormonale, tenendo conto del parere dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB).
Si tratta di una materia molto delicata, che riguarda minori dei quali il Governo vorrebbe salvaguardare i dati ed il benessere a breve e lungo termine.
Oltre a una diagnosi redatta da parte di un gruppo multidisciplinare di esperti e agli esiti documentati psicologici, psicoterapeutici, e, se effettuati, psichiatrici, sarà la disforia di genere soggetta a protocolli clinici adottati dal Ministero della Salute.
Altra svolta sarà legata anche all’acquisizione del consenso informato espresso nelle modalità previste per i trattamenti sanitari sui minori. I farmaci saranno poi legati ad un registro AIFA, da inoltrare a cadenza semestrale al Ministero della Salute.
Tra le misure per aumentare la consapevolezza e l’aiuto, ci sarà infine anche la stesura ogni tre mesi di una relazione da presentare in Parlamento.