Il congelamento degli ovuli – crioconservazione degli ovociti – consente di conservarli per il futuro, e quindi di avere più possibilità di diventare madre quando si decide di fare il passo, poiché, a partire dai 35 anni, la riserva ovarica e la qualità degli ovociti della donna diminuiscono in modo significativo.
Cresce il numero delle donne che congelano gli ovuli per scegliere quando diventare madri
È un fenomeno che sta assumendo una ampiezza significativa soprattutto nei Paesi del cosiddetto Occidente industrializzato, dove, è più comune per le donne prendere in considerazione il congelamento degli ovuli a partire dai 30 anni, anche se l'ideale sarebbe farlo prima.
È infatti a partire dai 35 anni, quando la qualità e la quantità degli ovociti diminuiscono, che le possibilità di avere un figlio diminuiscono naturalmente. E nel caso in cui si scelgano trattamenti per la fertilità, si costringe in "molti casi" a ripetere il processo di stimolazione ovarica e di estrazione degli ovuli per ottenere una gravidanza.
Tuttavia quando questa procedura viene eseguita in giovane età, le prestazioni dei trattamenti e le percentuali di successo migliorano molto, poiché la risposta ovarica è migliore ed è normalmente necessario un carico ormonale inferiore per eseguire il processo di stimolazione.
Il fenomeno di donne sempre più giovani donne che pensano di congelare i loro ovuli per diventare madri in futuro è in forte crescita in Spagna, dove, dall'inizio della pandemia, si è osservata una crescita sostenuta della domanda di questo trattamento, che è triplicata in pochi anni.
Secondo l'ultimo rapporto statistico pubblicato dalla Società Spagnola di Fertilità (SEF) sulle tecniche di riproduzione assistita, al 31 dicembre 2022 erano conservati un totale di 429.285 ovociti: 284.476 donatori propri e 144.809 donatori.
In Spagna, l'età in cui le donne hanno il primo figlio supera la media europea (31,1), tanto che quasi il 40% delle nascite registrate nel 2024 sono da madri di età superiore ai 35 anni. E secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica, il tasso di fertilità si è attestato a 1,19 figli per donna nel 2023, uno dei più bassi dell'UE e lontano dal livello di ricambio generazionale (2,1).
D'altra parte, gli esperti stimano che circa il 20% delle coppie in età riproduttiva abbia problemi di fertilità. Secondo gli ultimi dati della SEF, nel 2021 in Spagna sono nati in totale 40.638 bambini attraverso tecniche di riproduzione assistita, che rappresentano l'11,8% delle nascite.
Nello stesso anno sono stati eseguiti 65.453 trattamenti di fecondazione in vitro (FIV) e 33.818 trattamenti di inseminazione artificiale (AI).
Sono quattro i fattori individuati dall'UE che spiegano il calo del tasso di natalità nel continente:
- Insicurezza economica: la disoccupazione maschile e l'insicurezza del lavoro femminile sono correlate a tassi di fertilità più bassi.
- Conciliazione insufficiente: accesso limitato a servizi di assistenza all'infanzia di qualità.
- Sostegno finanziario ridotto: il sostegno diretto, come le ferie retribuite o i trasferimenti finanziari, ha un effetto limitato.
- Fattori personali: l'età, il livello di istruzione e le aspettative sulla maternità hanno un'influenza decisiva.