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USA: la Fed non cede alle pressioni di Trump, verso la conferma dei tassi

 
USA: la Fed non cede alle pressioni di Trump, verso la conferma dei tassi
Redazione
E' attesa per oggi la decisione della Federal Reserve su tassi di interesse, mentre il presidente americano Donald Trump non interrompe la pressione sul capo della Fed, Powell, affinché si intervenga con un primo taglio. Una ipotesi, quella di un intervento per limare i tassi, che viene esclusa dalla comunità degli analisti,
 
La banca centrale ha sfidato le critiche pubbliche di Trump per mesi. La Fed ha mantenuto i tassi di interesse stabili per sette mesi consecutivi, adottando un approccio attendista, motivato con la preoccupazione che le politiche tariffarie dell'Amministrazione portino ad una nuova fiammata dell'inflazione. Secondo il CME FedWatch Tool , un indicatore del sentiment del mercato, gli investitori stimano che le probabilità che i tassi di interesse rimangano stabili mercoledì siano addirittura del 97%. Trump ha ripetutamente esortato la banca centrale ad abbassare i tassi di interesse, motivando il suo pressing su Powell con la convinzione che la misura gioverebbe all'economia e ridotto il pagamento degli interessi sul debito pubblico.
 
"Abbiamo un uomo che si rifiuta semplicemente di abbassare i tassi della Fed", ha detto Trump a proposito di Powell il mese scorso. "Forse dovrei rivolgermi alla Fed. Posso auto-nominarmi? Farei un lavoro molto migliore di questa gente". Ma la Fed è un organismo indipendente istituita dal Congresso. A Trump, al di là della evidente provocazione, è legalmente impedito di nominare se stesso a capo della banca centrale, così come comunque può licenziare il presidente, ma solo in presenza di fondate giustificazioni. E le beghe sui tassi, oggettivamente, non vi rientrano. Il mandato di Powell scade nel maggio dell'anno prossimo.
Negli ultimi tempi, la durissima campagna di Trump e dei suoi collaboratori contro Powell ha preso a pretesto i costi eccessivi legati al progetto di ristrutturazione edilizia da 2,5 miliardi di dollari della banca centrale.
Secondo il sito web della banca centrale , la Fed attribuisce gli sforamenti di spesa a un aumento imprevisto dei costi, affermando che la ristrutturazione dell'edificio alla fine "ridurrà i costi nel tempo, consentendo al Consiglio di consolidare la maggior parte delle sue operazioni".
Le tariffe hanno contribuito in modo modesto all'aumento dell'inflazione a giugno, anche se l'aumento complessivo dei prezzi è dovuto in gran parte all'aumento dei prezzi degli alloggi e dei prodotti alimentari, poco correlati alle tariffe.
 
Nonostante il suo approccio prudente, il mese scorso la Fed ha previsto due tagli dei tassi di interesse di un quarto di punto nel corso del resto del 2025, confermando una previsione fatta a marzo.
Il tasso sui fondi federali si attesta tra il 4,25% e il 4,5%, mantenendo gran parte del forte aumento imposto in risposta all'ondata di inflazione registrata durante la pandemia.