La commissaria Lyons: “Portali come Vivastreet sono un focolaio per la tratta”
Nel Regno Unito è stata avviata un’indagine senza precedenti sul ruolo dei siti web che promuovono la prostituzione e che, secondo le autorità, rischiano di facilitare lo sfruttamento e la tratta di donne ridotte in schiavitù. L’iniziativa è stata annunciata da Eleanor Lyons, commissario britannico indipendente contro la schiavitù, che incontrerà le vittime per raccogliere testimonianze dirette.
Tra le piattaforme sotto osservazione c’è Vivastreet, un sito che permette agli utenti di cercare donne in base alla propria area geografica attraverso foto e video. “I siti web di servizi per adulti, dove puoi andare online, digitare il tuo codice postale e trovare centinaia di donne in vendita, sono un focolaio per la tratta”, ha dichiarato Lyons.
Il precedente scozzese e le denunce degli attivisti
L’indagine si inserisce nel solco di un rapporto parlamentare scozzese del 2021, che aveva già denunciato come internet abbia “messo il turbo al traffico sessuale”. La facilità con cui i trafficanti possono pubblicizzare le proprie vittime a clienti potenziali ha radicalmente trasformato il fenomeno.
Gli attivisti denunciano inoltre la difficoltà della polizia nel riconoscere le donne sfruttate: “C’è un approccio incoerente delle forze dell’ordine, spesso c’è nervosismo nell’interagire con le vittime, che a loro volta diffidano delle autorità”, ha spiegato Lyons.
Indizi di tratta e regolamentazioni
Segnali sospetti, come lo stesso numero di telefono associato a più donne o annunci replicati in diverse località, sono tra gli indicatori che fanno sospettare la presenza di organizzazioni criminali. Lyons ha aggiunto: “Trovo scioccante che ci siano siti web in cui le donne vengono pubblicizzate apertamente e che siano così poco regolamentati”.
Il dibattito normativo è aperto: l’Online Safety Act del Regno Unito obbliga le piattaforme a rimuovere contenuti illegali, compresa la tratta sessuale. Ma l’effettiva applicazione resta controversa. All’inizio del 2025, 59 parlamentari britannici hanno proposto un emendamento al disegno di legge sul crimine per rendere reato penale la gestione di siti che traggono profitto dalla prostituzione di altre persone. L’emendamento è in attesa di voto.
La replica delle piattaforme
Un portavoce di Vivastreet ha dichiarato che il sito è regolamentato dall’autorità di comunicazione e adotta controlli rigorosi: “Come richiesto dalla legge, adottiamo una serie di misure per rilevare, segnalare e rimuovere contenuti potenzialmente invasivi. Tutti gli inserzionisti per adulti sono soggetti a verifiche di età e identità”.
Tuttavia, secondo Lyons, il passaggio della prostituzione dalla strada al web ha reso più difficile l’intervento delle associazioni di supporto: oggi lo sfruttamento avviene spesso in appartamenti privati o in case affittate online, lontano dagli occhi degli operatori sociali.