I sistemi di Intelligenza artificiale sono già presenti nella nostra vita quotidiana. E nella vita quotidiana delle imprese: artigiane, micro e piccole comprese. La stanno modificando. E promettono (qualcuno teme che minaccino) di rivoluzionarla. Ma noi e le nostre imprese non abbiamo paura delle novità. Accettiamo le sfide. E al momento riteniamo che la sfida dell’Intelligenza artificiale non rappresenti una minaccia, ma un’opportunità.
Abituati alle sfide
Artigiani e piccole imprese di sfide se ne intendono: ne hanno affrontate di epocali, senza mai tirarsi indietro, a cominciare dall’arrivo di Internet. Così sarà anche con i sistemi di Intelligenza artificiale. Sistemi, tengo a sottolinearlo, più che Intelligenza artificiale ‘tout court’ in quanto finora siamo fermi alle funzioni che simulano artificialmente comportamenti propri dell’essere umano. Alle macchine, per ora, non sono state conferite qualità propriamente umane, che magari scimmiottano, e parlare di intelligenza sembra prematuro. In futuro si vedrà.
Anche i ‘piccoli’…
Di sicuro, c’è che le soluzioni di Intelligenza artificiale attualmente disponibili stanno già interessando le imprese, sia pure in funzione crescente alla dimensione. Secondo l’Istat, nelle imprese con 250 dipendenti e più, il 32,5% del totale già utilizza perlomeno una delle sette tecnologie di Intelligenza artificiale ‘catalogate’ dall’Istat, il 23,5% almeno due, il 16,4% almeno tre. Viceversa, nelle piccole imprese da 10 a 49 dipendenti,
che rappresentano il 18,5% circa delle imprese italiane, a utilizzare
almeno una delle sette tecnologie è il 6,9%, almeno due il 4,3%, almeno
tre il 2,3%.
Il ‘catalogo’ Istat
L’Istat ha per ora evidenziato le sette principali, al momento, tecnologie dell’Intelligenza artificiale. Nell’ordine sono:
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estrarre conoscenza e informazione da un documento di testo;
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convertire la lingua parlata in un formato leggibile dal dispositivo informatico;
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generare un linguaggio scritto o parlato;
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identificare oggetti o persone sulla base di immagini;
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analizzare dati attraverso l’apprendimento automatico;
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automatizzare i flussi di lavoro;
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consentire il movimento fisico delle macchine tramite decisioni basate sull’osservazione dell’ambiente circostante.
Una folta avanguardia
Le statistiche Istat non comprendono le microimprese, quelle fino a nove addetti, che pure rappresentano il 78,9% del totale delle imprese nazionali. Ma la nostra Area studi e ricerche ha allargato il focus e rilevato, in una indagine sul campo, che nel complesso è il 9,1% delle imprese micro e piccole ad avere adottato perlomeno una tecnologia di Intelligenza artificiale. Relativamente alle micro e piccole imprese manifatturiere, il nostro studio ha calcolato in 35mila quelle che già utilizzano tecnologie di Intelligenza artificiale e in 172mila le imprese che nel breve periodo sono intenzionate a introdurre nei loro schemi produttivi dispositivi basati sull’AI.
Opportunità da cogliere
Questi dati dimostrano, a conferma di quanto si scriveva in esordio, che – a discapito della ‘vulgata’ sulla scarsa propensione all’innovazione dei ‘piccoli’ – perlomeno una folta avanguardia di questo ‘esercito’ è decisa a cogliere le opportunità offerte dalla più avanzata tecnologia. Si tratta di imprese che puntano ad aumentare la loro efficienza e competitività, perfino a reinventarsi, cercando di intercettare le richieste dei clienti mettendo sul mercato prodotti più evoluti. Imprese che, magari, per ora affidano (o sperano di affidare) ai sistemi di Intelligenza artificiale attività ripetitive e noiose, per combattere la mancanza di manodopera, al momento uno dei loro più gravi problemi.
Percorso complesso
Nonostante la propria buona volontà, numerose micro e piccole imprese provano al momento difficoltà a definire un percorso che le conduca all’adozione di soluzioni adatte al loro profilo e alla propria operatività. Non a caso, dalla nostra indagine, emerge che il tipo di sostegno pubblico auspicato prioritariamente dai ‘piccoli’ è un aiuto a ‘radiografare’ il corpo dell’impresa e a immaginare l’utilizzo ideale delle soluzioni a base di Intelligenza artificiale.
E a tale scopo come CNA chiediamo che vengano messe a disposizione delle piccole imprese risorse pubbliche per il reclutamento di figure professionali in grado di svolgere questo ruolo consulenziale, per accertamenti e proposte.
E sottolineo a disposizione delle piccole imprese, perché l’Italia è fatta per oltre il 97% di imprese fino a 49 addetti,
ma quando il mondo della politica e delle istituzioni parla di imprese
si riferisce perlopiù alle residue medie e grandi imprese.
Cercasi TAIM
Le nostre imprese hanno bisogno di ‘tutor’ aziendali specializzati in Intelligenza artificiale per micro e piccole imprese, professionisti in grado di operare una diagnosi digitale iniziale, di prospettare una personalizzazione dell’orientamento e delle soluzioni suggerite e di fornire assistenza continuativa.
Insomma, sulla falsariga dei Temporary export manager, servono Temporary Artificial Intelligence Manager (TAIM).
Professionisti la cui attuale competenza potrebbe spaziare dalla manutenzione predittiva al controllo di qualità, dall’ottimizzazione dei processi produttivi alla gestione della catena di fornitura, dalla robotica intelligente alla progettazione assistita, nonché alla formazione e supporto degli operatori.
Segretario generale della CNA