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Ordini onorifici: il valore attuale del merito pubblico tra storia e democrazia

 
Ordini onorifici: il valore attuale del merito pubblico tra storia e democrazia
Massimo Sgrelli

Dagli ordini cavallereschi alla Legion d’Onore, fino alla Repubblica Italiana: come è cambiato nel tempo il riconoscimento dei meriti civili e militari

Massimo Sgrelli*

Ogni organizzazione complessa si pone anche il fine di esaltare chi le ha fornito il contributo migliore, per compensarlo e stimolare quella emulazione positiva che possa garantirle progressi ulteriori. Moltissime organizzazioni statuali hanno istituito Ordini di Merito per gratificare coloro che si sono distinti nell’impegno pubblico, nei più vari settori.

Già le Città greche conoscevano segni d’onore, come corone di lauro o d’alloro, che nell’Impero Romano divengono collari e placche. Nel Medioevo nascono gli ordini cavallereschi di natura monastico-religiosa per la lotta contro gli infedeli, la protezione dei pellegrini in Terra Santa e la difesa dei Luoghi Santi.

Nei secoli XIV e XV i sovrani di tutta Europa creano ordini fortemente ritualizzati al fine di stabilire legami di fedeltà al trono, nell’interesse del sovrano, ma anche degli stessi cavalieri, il cui status iniziava a essere intaccato dalla nascita della prima borghesia mercantile e burocratica.

Dal secolo XVII gli ordini si avviano a diventare semplici istituzioni onorifiche da destinare a nobili, cortigiani, funzionari.

La Rivoluzione francese abolisce ogni distinzione onorifica dinastica, facendo nascere, nel 1802, le onorificenze moderne con la Legion d’Onore, primo Ordine di merito attribuibile a ogni cittadino e non solo ai nobili.

Con la Rivoluzione francese, la distinzione di merito sostituisce la distinzione dinastica dei tempi passati e diviene, così, una distinzione democratica.

Anche gli Stati monarchici accolgono l’innovazione napoleonica, istituendo ordini di merito destinati a tutti i cittadini, mentre gli antichi ordini dinastici modificano talora gli statuti per eliminare le prove nobiliari di accesso. Famosa la frase di Vittorio Emanuele II: “Un mezzo toscano e una Croce di cavaliere non si nega a nessuno”.

Alla fine della Prima guerra mondiale, il crollo dei quattro imperi secolari (asburgico, zarista, tedesco, ottomano) determina la scomparsa di numerosi ordini cavallereschi.

La Rivoluzione russa produce nuove decorazioni di merito specializzate: per il lavoro, la produzione industriale, il patriottismo, la causa socialista, tutte intitolate agli eroi della Rivoluzione.

Con la caduta del Muro di Berlino, gli Stati ex sovietici sostituiscono le onorificenze comuniste con nuove onorificenze ispirate a modelli democratici.

La distinzione pubblica, in Italia, come negli ordinamenti democratici, è ora disposta per motivi di merito stabiliti dall’ordinamento, e non più dal sovrano o dalla ricchezza. È conferibile a chiunque abbia ben meritato, non è trasmissibile per eredità ed è revocabile.

Dal momento che l’onorificenza conferisce al cittadino una dignità personale distinta, essa può essere conferita esclusivamente dal Capo dello Stato, poiché modifica 'ad personam' quella dignità individuale che l’articolo 3 della Costituzione sancisce come paritaria.

Il Presidente della Repubblica, che è capo di tutti gli ordini onorifici, può procedere a conferimenti 'motu proprio' o su proposta del Governo.

Come insegniamo all’Accademia del Cerimoniale, gli ordini onorifici italiani sono:

  • Ordine al Merito della Repubblica Italiana

  • Ordine Militare d’Italia

  • Ordine al Merito del Lavoro

  • Ordine della Stella d’Italia

Ciascun Ordine, con l’eccezione dell’Ordine al Merito del Lavoro, si articola in più classi di merito:
Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere.

Soltanto l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ha carattere generale, mentre gli altri sono riservati a categorie definite (militari, imprenditori, cittadini stranieri, operatori italiani all’estero).

La rilevanza del sistema premiale pubblico è testimoniata anche dal rigore previsto dalla legge penale per le violazioni nei conferimenti e nel portamento delle onorificenze.

Tale sistema premiale ha lo scopo di sottolineare meriti pubblici, con finalità simboliche ed emulative, per favorire ogni progresso della Nazione.

Particolarmente intensa si rivela l’attività del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che seleziona motu proprio tutti i conferimenti onorifici, con massima attenzione alle finalità pubbliche e alla generosità dell’impegno.

Egli testimonia il grande valore dei sistemi premiali democratici, ai quali volge il suo sguardo con quel profondo spirito istituzionale che continua ad ispirarlo.

*Direttore scientifico dell’Accademia del Cerimoniale