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Puglia, svolta negli appalti pubblici, “minimo” a 9 euro l’ora e stop della Consulta al ricorso del governo

 
Puglia, svolta negli appalti pubblici, “minimo” a 9 euro l’ora e stop della Consulta al ricorso del governo
Redazione

In Puglia sarà introdotta una sorta di salario minimo di nove euro lordi all’ora per i dipendenti delle imprese che lavorano negli appalti pubblici. È la prima regione italiana dov’è entrata in vigore una forma seppur limitata di salario minimo legale. La legge regionale era stata approvata dalla giunta pugliese di centrosinistra a novembre del 2024, ma era stata bloccata da un ricorso del governo nazionale alla Corte costituzionale, che ora l’ha respinto.

Puglia, svolta negli appalti pubblici, “minimo” a 9 euro l’ora

Questa specie di salario minimo funzionerà tramite i criteri di selezione delle aziende negli appalti pubblici, tra cui saranno inseriti i contratti applicati ai dipendenti, che dovranno essere appropriati per la categoria di riferimento e dovranno prevedere un pagamento di più di nove euro lordi all’ora: quindi per le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione - anche per le aziende sanitarie e le agenzie pubbliche - questo dovrebbe essere un incentivo ad aumentare la paga oraria almeno a questo livello, se non vogliono restare fuori dai bandi.

Il ricorso del Governo di Giorgia Meloni si basava sul fatto che a suo dire le regioni non hanno la competenza per legiferare in quest’ambito e che la misura comprometterebbe l’autonomia della cosiddetta contrattazione collettiva, quella che fanno sindacati ed associazioni di categoria per negoziare le condizioni economiche dei contratti.

In Italia, infatti, seppur non esiste un salario minimo legale fissato con una soglia precisa, ci sono già dei minimi di stipendio che le aziende devono pagare per legge e sono stabiliti dai cosiddetti contratti collettivi nazionali (CCNL): ce n’è uno per ogni professione che stabilisce per ogni livello di carriera una retribuzione di base. Li contrattano i rappresentanti nazionali delle singole categorie, i sindacati per conto dei lavoratori e le associazioni datoriali per conto delle aziende. I CCNL valgono per tutti i lavoratori della categoria, a prescindere da dove lavorino e se aderiscano o meno al sindacato.

Secondo il governo la legge pugliese delegittimerebbe questo tipo di contrattazione, violando la Costituzione, e lo farebbe legiferando in un ambito su cui - sempre secondo il governo - avrebbe competenza solo il parlamento nazionale. La Corte costituzionale ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha dato ragione alla regione, che si era limitata a fare una legge in materia solo di appalti pubblici. La legge pugliese, quindi, può ora entrare in vigore.