La denuncia di ARTE: “Un meccanismo che travolge i virtuosi”
La modifica dell’Allegato A.61 – Regolamento del sistema delle garanzie del Codice di Rete (rev. agosto 2025) impone condizioni assurde ai piccoli “dispacciatori”, penalizza i nuovi entranti e favorisce i grandi gruppi.
L’Associazione Reseller e Trader dell’Energia – ARTE denuncia: «un meccanismo che travolge i virtuosi».
Un nuovo regolamento che rischia di distruggere la concorrenza
Nel mare torbido del mercato elettrico italiano, una gigantesca piattaforma detta legge: Terna S.p.A., il gestore della rete nazionale di trasmissione, ha varato una revisione normativa che rischia di far collassare – o almeno marginalizzare – una parte significativa degli operatori indipendenti.
Stiamo parlando del nuovo regolamento contenuto nell’Allegato A.61 – Regolamento del sistema delle garanzie del Codice di Rete (rev. 04 agosto 2025), pubblicato sul portale ufficiale di Terna.
Secondo ARTE, che ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale insieme ad alcune società del settore, la modifica introduce un meccanismo che penalizza i piccoli operatori, ostacola la concorrenza e viola i principi europei della proporzionalità e della non discriminazione.
Le nuove regole: un calcolo che “dopa” i grandi e stritola i piccoli
Il cuore del problema è nel calcolo delle garanzie richieste a chi opera come dispacciatore.
Fino ad oggi le garanzie erano commisurate in base all’esposizione al rischio dell’operatore, cioè ai volumi di sbilanciamento o all’attività complessiva.
Con la nuova versione introdotta da Terna entrano in gioco parametri come “SBILNEG”, “%Sbipre4mesi”, “%SbiIMM4mesi”, “%SbiUPSA4mesi” e “%SbiU4mesi”, calcolati in modo slegato dal totale dei movimenti dell’operatore.
Il risultato? Garanzie artificialmente gonfiate per i piccoli, che si ritrovano a dover versare cifre sproporzionate rispetto alla loro attività.
In parole povere: se sei una realtà indipendente, un trader o un produttore medio-piccolo, rischi di essere schiacciato da un sistema pensato per i colossi.
Le grandi utility, grazie alle loro economie di scala, riescono ad assorbire l’impatto senza difficoltà.
ARTE: “Non chiediamo favori, ma regole giuste”
L’associazione ARTE denuncia come irrispettoso che il regolatore non tenga conto della “diversità del tessuto produttivo”.
“Non chiediamo trattamenti di favore – dichiara Diego Pellegrino, portavoce di ARTE – ma regole proporzionate alla reale esposizione al rischio”.
Un messaggio che suona come un atto d’accusa contro la deriva burocratica del sistema energetico italiano: regole astratte, calcoli discutibili e impatti reali devastanti per chi non appartiene ai “grandi club” dell’energia.
Un sistema che soffoca l’innovazione e favorisce lo status quo
Da anni il settore elettrico italiano cerca un equilibrio tra stabilità della rete e competitività di mercato.
Ma le nuove regole di Terna rischiano di rompere questo equilibrio.
Come già segnalato in passato da ARERA e da Elettricità Futura, il sistema di garanzie deve sì tutelare la rete, ma senza trasformarsi in una barriera all’ingresso.
Con il nuovo Allegato A.61, la barriera non è solo alta: è invalicabile.
Chi vuole entrare nel mercato, innovare o offrire servizi alternativi, viene frenato da un apparato che premia la dimensione e punisce il merito.
Violazione dei principi europei di proporzionalità e non discriminazione
ARTE richiama esplicitamente i principi sanciti dal diritto comunitario:
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Proporzionalità, perché le garanzie devono essere commisurate al rischio reale;
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Non discriminazione, perché ogni operatore deve essere trattato equamente.
Eppure, la nuova metodologia di Terna va nella direzione opposta: un modello discriminatorio di fatto, che aumenta le soglie di garanzia per i piccoli operatori e garantisce ai grandi una posizione dominante consolidata.
Terna giudice e parte: un corto circuito di potere
C’è poi un nodo strutturale che non può passare inosservato.
Terna, in quanto gestore della rete, definisce le regole del gioco e al tempo stesso ne beneficia indirettamente.
Una condizione di asimmetria pericolosa, che nella sostanza rende l’azienda giudice e parte del sistema.
In un settore strategico come quello dell’energia, dove l’accesso al mercato e la pluralità degli attori sono essenziali, un regolamento del genere rappresenta un colpo di grazia alla concorrenza e una retromarcia verso l’oligopolio.
Un pasto servito ai grandi, cucinato a spese dei piccoli
La morale è semplice quanto amara: Terna ha scelto di proteggere i giganti e sacrificare i virtuosi.
Le barriere all’ingresso salgono, la vitalità del mercato diminuisce, l’innovazione arretra.
Un sistema energetico che dovrebbe essere aperto, verde e competitivo diventa così una fortezza chiusa, dove sopravvive solo chi può pagare il prezzo dell’accesso.
Per il Paese, che ambisce a un’economia sostenibile e pluralista, è una pessima notizia.
E per i piccoli operatori, una condanna annunciata.