Elon Musk scende in campo in politica e Tesla ne paga le conseguenze: bruciati oltre 68 miliardi di dollari in Borsa. Il titolo dell’azienda di auto elettriche ha perso il 7% di valore dopo l’annuncio del fondatore, che ha ufficializzato la nascita di un nuovo partito politico, l’“America Party”.
Secondo quanto dichiarato da Musk sabato scorso, il nuovo partito sarà strategicamente focalizzato su “2 o 3 seggi al Senato e 8-10 distretti alla Camera”, con l’obiettivo di fungere da “voto decisivo sulle leggi controverse, garantendo che servano la vera volontà del popolo”.
Una mossa che ha subito scatenato reazioni contrastanti nel mondo della finanza, facendo tremare gli investitori preoccupati per le ripercussioni sul brand Tesla.
I rapporti tesi con Trump e il malumore degli investitori
Non è la prima incursione di Musk in ambito politico, ma questa volta il danno economico è stato evidente. L’annuncio arriva dopo una fase delicata, in cui Musk aveva già avuto un ruolo attivo nel cosiddetto Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), collaborando direttamente con l’ex presidente Donald Trump.
Una collaborazione controversa, che aveva già sollevato preoccupazioni per l’immagine di Tesla, tanto che lo stesso Musk aveva poi lasciato il DOGE a maggio, contribuendo a una temporanea ripresa del titolo.
Ora, il ritorno nell’arena politica — con una chiara presa di posizione — sta alimentando nuove tensioni tra Musk e Trump. Il senatore Paul, sostenuto da Musk, ha espresso critiche al nuovo mega-disegno di legge sulla spesa voluto da Trump, che secondo Musk aggraverebbe il debito pubblico e penalizzerebbe gli incentivi alle rinnovabili e ai veicoli elettrici.
Dura la replica di Trump: “È ridicola la decisione di Musk di fondare un partito politico”, ha affermato domenica, aggiungendo che il CEO di Tesla “è completamente uscito dai binari”.
Tesla in difficoltà: calano le consegne in Cina
Oltre alla bufera politica, Musk deve affrontare problemi concreti sul fronte industriale. Tesla ha registrato un calo del 14% nelle consegne di veicoli nel secondo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024, deludendo le aspettative del mercato.
La concorrenza, soprattutto in Cina, si fa sempre più feroce e sta mettendo sotto pressione la quota di mercato del colosso statunitense.
Il mix esplosivo tra instabilità politica, posizioni ideologiche divisive e performance commerciali in calo si traduce in un allarme rosso per Tesla, i cui azionisti si interrogano ora sulla compatibilità tra la leadership imprenditoriale e l’ambizione politica del suo fondatore.
Redazione