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Un tunnel tra Russia e Stati Uniti?

 
Un tunnel tra Russia e Stati Uniti?
Redazione

Un importante dirigente russo ha rilanciato nei giorni scorsi un’idea tanto ambiziosa quanto insolita: costruire un tunnel sotto il mare per collegare la Russia all’Alaska. Il passaggio sarebbe lungo circa 112 chilometri e passerebbe sotto lo Stretto di Bering, un tratto di mare di circa 85 km che separa la costa orientale della Russia (Chukotka) dalla costa occidentale dell'Alaska, una zona remota e ghiacciata tra i due continenti.

Un tunnel tra Russia e Stati Uniti?

Il tunnel ospiterebbe treni ad alta velocità e forse anche condutture per gas o cavi digitali. In Russia, il tunnel dovrebbe essere connesso alla rete ferroviaria siberiana o a nuove linee in costruzione. In Alaska, servirebbe un’enorme espansione infrastrutturale, poiché oggi quella parte degli Stati Uniti è scarsamente collegata al resto del Paese.

A sorprendere non è solo il progetto in sé, ma anche il costo stimato: secondo la proposta, l’intera opera costerebbe meno di otto miliardi di dollari, una cifra bassa se confrontata con altri grandi progetti internazionali. L’idea è stata accolta con curiosità da Donald Trump, che l’ha definita interessante. Per lui, questa potrebbe essere una mossa strategica per rilanciare la cooperazione tra le due potenze o almeno per dare un segnale forte in quella direzione.

Non tutti, però, vedono il tunnel come un ponte verso la pace. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso forte preoccupazione, dicendo chiaramente di non approvare un progetto che, secondo lui, potrebbe normalizzare i rapporti con Mosca nel pieno della guerra in Ucraina. Anche diversi analisti hanno sollevato dubbi: costruire un tunnel in un’area così inospitale comporterebbe grandi difficoltà, tra ghiaccio, terremoti e isolamento geografico.

Inoltre, qualcuno pensa che l’intera proposta sia più simbolica che reale. Potrebbe servire alla Russia per mostrarsi come paese aperto alla cooperazione o a Trump per promuovere la sua immagine. Non sarebbe la prima volta che un’idea così grandiosa finisce per restare solo sulla carta. Nel 1905, lo zar Nicola II approvò vagamente l’idea. Negli anni 2000, l’imprenditore russo Boris Akimov riprese il concetto, con il supporto di alcuni politici russi. Alcuni media cinesi ne hanno parlato come parte di una futura estensione della Nuova Via della Seta, ma nulla di concreto è stato avviato.

Per ora, quindi, il tunnel resta un sogno visionario. Ma in un’epoca segnata da muri e conflitti, l’idea di collegare due ex nemici storici con una ferrovia sotto l’oceano fa comunque riflettere.