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Oltre il carrello della spesa: la vera inflazione che sta cambiando il mondo

 
Oltre il carrello della spesa: la vera inflazione che sta cambiando il mondo
Luca Lippi

Tutti conosciamo l'inflazione dei beni di consumo: quella che fa aumentare il prezzo della pasta, del latte e della benzina. Ma questa è solo una parte della storia, e forse nemmeno la più importante. Esiste infatti un'altra inflazione, molto più aggressiva e silenziosa: quella degli asset, come case, azioni e altri beni d'investimento.

Contrariamente a quanto si crede, l'inflazione non è una calamità naturale che colpisce tutti allo stesso modo. Per alcuni, è un'enorme opportunità. Dal confronto tra l'esperienza di chi studia da anni i mercati finanziari e le nuove prospettive dei neolaureati in economia, emerge una conclusione chiara: l'inflazione è un meccanismo che trasferisce ricchezza da una parte all'altra della società.

Agisce come un ladro silenzioso: ogni giorno entra in casa e prende qualcosa dal frigorifero, una mela oggi, un po' di pane domani. All'inizio non ce ne accorgiamo, ma dopo un po' il frigo è vuoto. E quel cibo non è svanito: ha riempito il frigorifero di qualcun altro.

COME I RICCHI USANO L'INFLAZIONE PER DIVENTARE ANCORA PIÙ RICCHI

Il meccanismo è visibile analizzando i dati e i bilanci delle grandi aziende e degli investitori multimilionari. Per loro, l'inflazione è una manna dal cielo. Vediamo come.

1. Extra-profitti delle grandi aziende

Le multinazionali giustificano l'aumento dei prezzi con l'aumento dei costi di produzione. In realtà, spesso alzano i listini ben oltre il necessario, sfruttando un potere quasi monopolistico per garantirsi extra-profitti. Questo non solo danneggia i consumatori, ma limita anche la concorrenza, riducendo il potere contrattuale e i salari dei lavoratori. In sostanza, i loro guadagni eccezionali sono pagati direttamente da noi.

2. L'esplosione del valore degli asset

L'inflazione degli asset (case, azioni, immobili) cresce molto più velocemente di quella dei beni di consumo. Questo crea una "spremitura" in cui le risorse che un tempo appartenevano alla classe media e ai più poveri si spostano nelle mani di chi è già estremamente ricco. Non si tratta solo del fatto che i ricchi diventano più ricchi, ma che la loro accumulazione di ricchezza sottrae ricchezza a tutti gli altri.

Un esempio lampante è il mercato immobiliare. Milioni di proprietari si rallegrano vedendo il valore delle loro case, magari ereditate o comprate con grandi sacrifici, triplicare in vent'anni. Questa apparente ricchezza è però una trappola. Molti, pensando di monetizzare, vendono la loro unica proprietà per integrare la pensione. Ma quelle case finiscono nelle mani di grandi investitori, che possiedono già enormi patrimoni.

E chi pagherà (o non riuscirà a pagare) gli affitti esorbitanti di quelle stesse case? Proprio i figli e i nipoti di chi ha venduto, esclusi per sempre dalla possibilità di possedere un'abitazione e costruirsi una vita sicura.

3. Il gioco del debito

Il debito è un altro strumento a doppio taglio. Per un privato che si indebita per la casa o l'auto, è un peso. Per le grandi aziende o i milionari, è una leva potentissima. Giganti come Apple o Amazon costruiscono il loro successo sul debito, pur avendo miliardi in liquidità. Perché?

Prendono in prestito denaro che, a causa dell'inflazione, restituiranno con un valore inferiore. Possono scaricare fiscalmente gli interessi sul debito, un vantaggio negato ai comuni cittadini. Per i privati, invece, il debito è solo un costo, e per le fasce più deboli è spesso inaccessibile, spingendole verso strumenti finanziari ancora più onerosi.

L'IMPATTO IN ITALIA: I DATI DELLA DISUGUAGLIANZA

Questa dinamica non è un'opinione, ma una realtà confermata dai dati. In Italia, l'inflazione ha agito come una tassa patrimoniale silenziosa, erodendo il potere d'acquisto e concentrando la ricchezza. Salari fermi: tra il 1990 e il 2020, il salario medio reale in Italia è diminuito del 3 per cento, contro un aumento medio del 33 per cento nei paesi OCSE. Nel 2023, i salari reali hanno subito un crollo del 7,3 per cento.

CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA (RAPPORTO OXFAM/ISTAT)

L'1 per cento più ricco d'Italia possiede un patrimonio 84 volte superiore a quello del 20 per cento più povero. Il 5 per cento più ricco delle famiglie detiene quasi la metà (46 per cento) della ricchezza nazionale. Nel 2022, l'inflazione ha avuto un impatto sui risparmi stimato all'11 per cento, un'erosione 18 volte superiore alla patrimoniale del governo Amato del 1992. Quasi 2,2 milioni di famiglie (5,6 milioni di individui) vivono in povertà assoluta.

IL RUOLO DELLE BANCHE CENTRALI

Chi dovrebbe proteggerci? Le banche centrali, come la BCE, sembrano arbitri che guardano la partita sbagliata. Si concentrano quasi esclusivamente sull'inflazione dei beni di consumo, ignorando l'esplosione di quella degli asset, che è la più pericolosa. È un'inflazione invisibile alle loro metriche, ma che sta distruggendo il tessuto economico e sociale.

Quando gli asset aumentano e i salari stagnano, la classe media è costretta a indebitarsi per sopravvivere: mutui più grandi per case più piccole, prestiti per l'università, carte di credito per le spese quotidiane. Questo debito è una catena che ci rende vulnerabili, trasferendo la nostra ricchezza reale nelle tasche di chi già possiede tutto. Un giorno ci si sveglia senza più nulla, se non debiti.

COSA FARE?

Il primo passo è comprendere questi meccanismi per potersi difendere. È fondamentale informarsi e parlarne, perché non è solo una questione di giustizia economica, ma di sopravvivenza della società. Se questa "spremitura" continuerà, il risultato sarà un mondo in cui pochissimi possederanno tutto e la maggioranza vivrà in condizioni di perenne precarietà. E per esperienza, posso affermare che quando gli individui non hanno più nulla da perdere, diventano capaci di tutto.

APPENDICE PER I CORTI DI MEMORIA

Nel 1985, un operaio guadagnava circa 750.000 lire, la benzina costava 1.200 lire, il tram 500 lire, 1 giornale 650 lire, il pane 1.200 lire, 1 caffè 400 lire, il latte 700 lire, 1 litro di vino 900 lire. L’oro andava a 11.000 lire (con 750.000 lire si potevano comprare 70 grammi di oro, oggi 70 grammi di oro costano 5.460 euro). nonostante tutto quest’operaio manteneva con disinvoltura una famiglia, poteva andare in vacanza ogni anno per un mese e mandare i figli all’università senza chiedere aiuto a nessuno. Gli assegni familiari erano molto importanti, un grande aiuto a quell’operaio e al suo salario. Poteva comprarsi una Fiat 127 (costo 900mila lire). Oggi per acquistare un’utilitaria Fiat non bastano 12 stipendi di un operaio! Riusciva a comprare casa (senza garante), con qualche sacrificio ulteriore anche una casetta al mare (senza garante), far studiare e sposare i figli senza l’aiuto di nessuno. 

Oggi c’è qualche fenomeno che osa millantare il benessere per tutti! La vacanza di una settimana più della metà degli italiani non riesce a farla!