Secondo il progetto SensoGenome, che giunge dopo diversi studi e pubblicazioni, la musica può modificare l'espressione genica, l'attività proteica e il microbiota orale nelle persone con disturbo dello spettro autistico (l'ASD), Alzheimer o danno cerebrale.
La musica può trasformare la biologia umana?
Il professore della Facoltà di Medicina dell'Università di Santiago de Compostela (USC) Antonio Salas, uno degli architetti di SensoGenoma, nel presentare il progetto, le affermato che "il rilevamento di alterazioni nel microbiota orale dei pazienti dopo la stimolazione della musica (...) suggerisce che l'origine di alcune malattie neurodegenerative potrebbe essere correlata alle infezioni orali".
Salas ha anche aggiunto che "il fatto che la musica sia in grado di modulare il microbiota orale apre la possibilità di esplorare il suo potenziale nell'identificazione di biomarcatori".
Si tratta di un progetto pionieristico su scala globale. Avviato solo tre anni fa, SensoGenoma cerca di identificare i biomarcatori della risposta individuale, convalidare gli obiettivi terapeutici e stabilire relazioni causali tra musica e processi fisiologici, affrontando questioni storiche sulle prove scientifiche carenti negli studi sull'arte e sulla salute.
Per fare ciò, sono stati raccolti campioni di saliva e sangue dai partecipanti a diversi concerti sperimentali tenutisi dal 2022 in collaborazione con la Filarmonica Reale della Galizia e l'Auditorium della Galizia. Durante i primi due anni, spiega Salas, si sono concentrati su persone sane e pazienti con disturbi cognitivi legati all'età, come l'Alzheimer.
Tra i contributi più rilevanti del progetto, Salas evidenzia che la musica può "compensare l'espressione genica alterata nei disturbi cognitivi legati all'età, attivando percorsi di autofagia e organizzazione sinaptica".
Inoltre, nei pazienti con malattia di Alzheimer, la musica modula il microbiota orale, influenzando i batteri coinvolti nella neuroinfiammazione e nei processi neurodegenerativi.
Nel caso del Disturbo dello Spettro Autistico, la musica influenza "i geni associati alla funzione immunitaria e mitocondriale", così come il microbiota orale, suggerendo effetti sistemici e potenziali benefici per la cognizione e l'interazione sociale.
Per quanto riguarda il danno cerebrale, la musica influenza i geni legati alla neuroplasticità e alla riparazione neuronale, una relazione di cruciale importanza per i programmi di riabilitazione. "Non conosciamo davvero la portata e il modo in cui la musica regola effettivamente questo, ma possiamo ipotizzare che ci sia un cambiamento in quell'ecosistema della bocca", ha detto Salas.