Dal progetto europeo VigilanS alla riforma belga della salute mentale: il nuovo rapporto OCSE 2025 analizza le migliori pratiche globali per ridurre ansia, depressione e suicidi, investendo in prevenzione, scuola e tecnologie digitali
La salute mentale al centro delle politiche globali
Nel 2025, la salute mentale è diventata una priorità assoluta nelle agende internazionali. A ricordarlo è l’OCSE nel suo ultimo rapporto “Mental Health Promotion and Prevention – Best Practices in Public Health”, che raccoglie le migliori pratiche di promozione e prevenzione adottate nei Paesi OCSE e dell’Unione Europea.
Lo studio evidenzia come un adulto su cinque soffra di sintomi lievi o moderati di ansia e depressione, spesso non riconosciuti né trattati, con conseguenze che pesano non solo sulla qualità della vita ma anche sulla produttività economica e sui sistemi sanitari.
Undici interventi efficaci per prevenire e curare
Il documento individua undici programmi di successo — sviluppati in Europa e oltre — che rappresentano modelli replicabili per ridurre l’impatto del disagio mentale e migliorare il benessere psicologico.
Tra questi figurano:
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iFightDepression®, strumento digitale di supporto psicologico che aiuta a gestire i sintomi depressivi in modo sicuro e guidato;
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Next Stop: Mum, programma polacco per individuare precocemente la depressione post-partum;
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VigilanS, rete francese di prevenzione dei suicidi basata su un monitoraggio attivo dei pazienti dopo il ricovero;
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Mental Health First Aid, formazione internazionale per riconoscere i segnali di disagio e intervenire tempestivamente;
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Icehearts, iniziativa finlandese che utilizza lo sport come veicolo di inclusione e sostegno per bambini vulnerabili;
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Zippy’s Friends e This is Me, programmi scolastici per sviluppare competenze emotive e sociali nei più giovani;
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la riforma belga della salute mentale, che punta sull’integrazione tra assistenza primaria e psichiatria territoriale.
Prevenire costa meno che curare
I risultati delle simulazioni OCSE — condotte con il modello Strategic Public Health Planning for Non-Communicable Diseases — mostrano che investire in prevenzione conviene:
le quattro principali iniziative analizzate (PMHC, iFightDepression®, Next Stop: Mum e VigilanS) potrebbero evitare oltre 26 milioni di nuovi casi di disturbi mentali entro il 2050 nei Paesi OCSE.
In media, l’applicazione diffusa di questi programmi consentirebbe di risparmiare fino a 4,7 euro a persona ogni anno in spesa sanitaria, grazie alla riduzione della durata e della gravità dei sintomi, con un ritorno economico anche in termini di maggiore produttività sul lavoro.
Scuola, comunità e digitale: i pilastri della prevenzione
Secondo l’OCSE, la prevenzione efficace nasce dall’integrazione di più livelli:
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la scuola, come ambiente chiave per promuovere resilienza e benessere;
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la comunità, per favorire l’inclusione e abbattere stigma e solitudine;
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la tecnologia, con strumenti digitali che permettono di ampliare l’accesso alle cure.
I programmi rivolti ai più giovani — come Zippy’s Friends, attivo in oltre 30 Paesi, e This is Me, sviluppato in Slovenia — dimostrano che lavorare su empatia, autoconsapevolezza e gestione delle emozioni riduce significativamente il rischio di disturbi futuri.
Allo stesso tempo, iniziative come @Ease (Paesi Bassi) mostrano come l’uso di piattaforme digitali e intelligenza artificiale possa offrire consulenza psicologica in tempo reale, migliorando l’accessibilità per i giovani adulti.
Dalla teoria alle politiche pubbliche
Il report sottolinea che le migliori pratiche non bastano se non vengono sostenute da strategie nazionali. Solo la metà dei Paesi OCSE ha oggi un piano organico per la promozione della salute mentale, e molti faticano a investire in modo stabile nella prevenzione.
La raccomandazione principale dell’OCSE è chiara: servono politiche di lungo periodo, formazione degli operatori sanitari, e finanziamenti dedicati per scalare i programmi di successo e adattarli ai diversi contesti socio-culturali.
Italia, un potenziale laboratorio europeo
Anche l’Italia può giocare un ruolo centrale. Il sistema di salute mentale territoriale, fondato sull’eredità della Legge Basaglia, rappresenta un terreno fertile per sperimentare nuove strategie di prevenzione digitale e comunitaria.
Progetti pilota ispirati a modelli OCSE potrebbero integrare scuole, ASL e università, unendo formazione, screening precoce e supporto online.