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Dall’aria all’acqua: la Sapienza partecipa al Nobel per la Chimica 2025

 
Dall’aria all’acqua: la Sapienza partecipa al Nobel per la Chimica 2025
Redazione

Il Premio Nobel per la Chimica 2025 è stato assegnato a Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi per aver sviluppato i cosiddetti materiali metallo-organici (MOF), strutture cristalline molto porose capaci di catturare ed immagazzinare molecole come acqua o anidride carbonica.

Dall’aria all’acqua: la Sapienza partecipa al Nobel per la Chimica 2025

Anche l’Italia ha un ruolo in questa scoperta. L’Università La Sapienza di Roma partecipa infatti al progetto AQUAFRAME (Advancing QUASIperiodic metal-organic FRAMEworks for atmospheric water harvesting), che studia nuovi materiali in grado di raccogliere acqua direttamente dall’aria. Il progetto, coordinato dalla professoressa Paola D’Angelo, è realizzato in collaborazione con il laboratorio del premio Nobel Omar Yaghi all’Università della California, Berkeley.

AQUAFRAME ha ottenuto un finanziamento europeo di 420.000 euro dal programma Marie Skłodowska-Curie
, che permetterà ad un giovane ricercatore della Sapienza di lavorare per due anni nel gruppo di Yaghi. L’obiettivo è migliorare le prestazioni dei MOF per la raccolta dell’acqua atmosferica e studiare, grazie ad esperimenti con radiazione di sincrotrone ed intelligenza artificiale, come la loro struttura influisca sulla capacità di trattenere e rilasciare l’acqua.

Come spiega la professoressa D’Angelo e come riporta il sito uniroma1.it, «catturare acqua dall’atmosfera con materiali sostenibili è un approccio innovativo per affrontare la crisi idrica che il pianeta sta vivendo». I MOF sono infatti formati da atomi metallici collegati a molecole organiche, creando una rete tridimensionale piena di minuscole cavità in grado di assorbire e rilasciare fluidi. Come ha spiegato Yaghi, «queste strutture sono come mattoncini molecolari che si incastrano per formare impalcature con un’enorme superficie interna».

Le potenzialità di questi materiali sono immense: possono catturare acqua anche nei deserti, filtrare inquinanti ed immagazzinare gas puliti come l’idrogeno. La rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, ha commentato: «Siamo orgogliosi che una nostra docente partecipi a un progetto di così alto valore scientifico, che affronta in modo concreto una delle sfide più urgenti per il futuro del pianeta».

Il progetto AQUAFRAME mostra come la ricerca universitaria possa dare un contributo reale ai problemi globali. Trasformare l’aria in acqua non è più solo un sogno, ma una possibilità concreta nata dalla collaborazione tra scienziati di tutto il mondo.