Il 9° rapporto annuale del Lancet Countdown on Health and Climate Change avverte: l’eccessiva dipendenza dai combustibili fossili e i ritardi nell’adattamento stanno costando vite, salute e mezzi di sussistenza. Dodici indicatori su venti toccano livelli senza precedenti. Crescono morti per caldo, fumo degli incendi e malattie trasmesse da vettori; ma dove si agisce, l’aria migliora e si salvano vite.
l 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato. Non è solo un dato climatico: è una diagnosi sanitaria. Il Lancet Countdown 2025 documenta un bilancio pesantissimo dell’inazione globale, con 12 indicatori sanitari su 20 che segnano record negativi. La fotografia è netta: il riscaldamento globale sta già uccidendo e lo fa in molti modi — ondate di calore più intense, incendi più estesi, aria irrespirabile, insicurezza alimentare e malattie infettive in espansione.
“Il quadro sanitario di quest’anno è cupo e innegabile: minacce record da caldo, eventi estremi e fumo degli incendi stanno uccidendo milioni di persone. La distruzione di vite e mezzi di sussistenza continuerà a crescere finché non porremo fine alla dipendenza dai fossili e non aumenteremo drasticamente l’adattamento”, avverte Marina Romanello, direttrice del Lancet Countdown (UCL).
I numeri che non si possono ignorare
-
Mortalità da caldo in aumento del 23% rispetto agli anni ’90: 546.000 decessi/anno (media 2012–2021).
-
Fumo degli incendi: nel 2024 collegato a 154.000 morti, record assoluto.
-
Dengue: potenziale di trasmissione globale +49% dagli anni ’50.
-
Inquinamento da fossili: 2,5 milioni di morti/anno attribuibili alle emissioni della loro combustione.
-
Sussidi ai fossili: 956 miliardi di dollari netti nel 2023, mentre i prezzi dell’energia salivano e i bilanci sanitari si assottigliavano.
-
Perdita di produttività per esposizione al caldo: 639 miliardi di ore potenziali nel 2024, pari a 1.090 miliardi di dollari (quasi l’1% del PIL globale).
-
Costo dei decessi da caldo >65 anni: 261 miliardi di dollari.
-
Insicurezza alimentare: +123 milioni di persone con insicurezza moderata o severa nel 2023 rispetto alla media 1981–2010, per siccità e ondate di calore.
Il rapporto sottolinea anche la persistente povertà energetica: oltre 2 miliardi di persone usano combustibili inquinanti in casa. Nei 65 Paesi con basso accesso a energia pulita, l’uso domestico di combustibili sporchi ha causato 2,3 milioni di morti evitabili nel 2022. Le diete ad alta impronta climatica hanno contribuito a 11,8 milioni di decessi correlati all’alimentazione (2022), evitabili con sistemi alimentari più sani e sostenibili.
Il paradosso: si arretra sugli impegni mentre la crisi accelera
Il backsliding politico sui target clima-salute rischia di condannare milioni di persone a malattie, disastri e morti premature. Le 100 maggiori compagnie fossili hanno incrementato i piani di produzione (marzo 2025) fino a triplicare entro il 2040 le emissioni compatibili con 1,5 °C. Le banche private alimentano l’espansione: 611 miliardi di dollari di finanziamenti al settore fossile nel 2024 (+29% sul 2023), 15% in più dei prestiti al “green”. Intanto, 128 milioni di ettari di foreste distrutti nel 2023 (+24% rispetto al 2022) riducono la capacità naturale di assorbire CO₂.
“Una delle maggiori minacce alla prosperità viene da leader e aziende che arretrano sugli impegni, ritardano le azioni e raddoppiano la produzione di fossili. Se resteremo dipendenti dai fossili, sistemi sanitari e protezioni sociali verranno travolti”, ammonisce Nadia Ameli, co-chair del Working Group 4 del Lancet Countdown.
Adattamento ancora insufficiente, ma dove si agisce si salvano vite
La scarsità di fondi per l’adattamento resta un ostacolo critico e molti Paesi non dispongono delle risorse dichiarate necessarie. Eppure le azioni già in corso producono benefici misurabili:
-
Lo shift dal carbone (soprattutto nei Paesi ricchi) ha evitato 160.000 morti/anno tra 2010 e 2022, riducendo il PM2.5 da fossili.
-
La quota di elettricità da rinnovabili moderne ha toccato il 12% nel 2022.
-
L’occupazione nelle rinnovabili ha superato 16 milioni di lavoratori nel 2023 (+18,3% sul 2022).
-
Le emissioni sanitarie sono calate del 16% tra 2021 e 2022 e quasi due terzi degli studenti di medicina hanno ricevuto formazione su clima e salute (2024).
-
Le città in prima linea: 834 su 858 (CDP 2024) hanno completato o stanno completando la valutazione del rischio climatico.
“L’azione climatica è una delle più grandi opportunità di salute del XXI secolo: promuove sviluppo, innovazione, lavoro e riduce la povertà energetica”, evidenzia Tafadzwa Mahbhaudi, direttore Lancet Countdown Africa.
Cosa fare adesso: “tutti a bordo”
Il rapporto invoca un’azione rapida e coordinata per mitigare e adattarsi al tempo stesso:
-
Uscita accelerata dai combustibili fossili e riallocazione dei sussidi verso energie pulite, efficienza e protezione sociale.
-
Elettrificazione e rinnovabili diffuse, reti resilienti, accesso alla cucina pulita e al raffrescamento sostenibile per popolazioni vulnerabili.
-
Città adattive: piani calore, verde e “blue spaces” urbani (fiumi, laghi, coste), infrastrutture di raffrescamento, allerta precoce.
-
Sistemi sanitari climate-ready: piani di continuità operativa, protezione degli operatori, sorveglianza per caldo, fumo, vettori e qualità dell’aria, percorsi clinici per fragili.
-
Diete sane e climate-friendly e sistemi agricoli sostenibili per tagliare emissioni, inquinamento e deforestazione, con potenziali benefici >10 milioni di vite/anno.
-
Finanza coerente: stop ai finanziamenti all’espansione fossile, potenziamento dei fondi per l’adattamento e l’equità sanitaria.
“Abbiamo già le soluzioni e stanno salvando vite. Ma dobbiamo accelerare. La rapida eliminazione dei fossili resta la leva più potente per rallentare il cambiamento climatico e proteggere la salute”, ribadisce Marina Romanello.
“Dobbiamo trasformare lo slancio locale in transizione equa, giusta e protettiva della salute: servono tutte le mani sul ponte”, conclude Anthony Costello, co-chair del Lancet Countdown.