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Agire prima per non subire: costruire una prevenzione strutturale della violenza di genere

 
Agire prima per non subire: costruire una prevenzione strutturale della violenza di genere
Redazione

Il report “Perché non accada. La prevenzione primaria come politica di cambiamento strutturale”, realizzato da ActionAid Italia nel novembre 2025, affronta in modo approfondito il tema della violenza maschile contro le donne proponendo un cambio di prospettiva radicale: per contrastare davvero la violenza non basta intervenire quando si manifesta, serve piuttosto agire prima, modificando le condizioni che la rendono possibile. Fin dalle prime pagine (pp. 8-10), ActionAid chiarisce come la prevenzione primaria debba diventare una politica strutturale, capace di intervenire sulle disuguaglianze e sugli stereotipi che permeano la quotidianità.

Agire prima per non subire: costruire una prevenzione strutturale della violenza di genere

Lo studio, costruito su un’indagine CAWI condotta su 1.801 persone rappresentative della popolazione italiana e su numerosi workshop partecipativi (pp. 11-14), analizza diversi ambiti della vita quotidiana, mostrando come la violenza non sia un fenomeno isolato, ma l’esito di rapporti di potere radicati. Nella sfera domestica, per esempio, emerge che il 74% delle donne si occupa abitualmente da sola del lavoro domestico, contro il 40% degli uomini (p. 4): un dato che rivela come la disparità nei ruoli familiari sia ancora fortemente interiorizzata e come questa asimmetria possa costituire un terreno fertile per dinamiche di controllo e di sopraffazione.

Un’altra dimensione particolarmente critica riguarda la mobilità: il 38% delle persone intervistate dichiara di aver avuto paura almeno una volta sui mezzi pubblici, con un divario netto tra donne (32%) e uomini (19%), mentre tra le giovani della Gen Z la percentuale sale al 65,5% (p. 4). Lo stesso vale per gli spazi pubblici, dove il 52% delle donne afferma di aver provato paura, contro il 35% degli uomini, e la quota sale al 79% tra le più giovani (p. 5). Anche il mondo digitale mostra dinamiche problematiche: il 74% del campione riconosce che pubblicità e contenuti online sono spesso personalizzati in maniera stereotipata in base al genere, e il 40% delle persone afferma di aver temuto reazioni sessiste online, una percentuale che arriva al 59,3% tra le donne della Gen Z (p. 5).

Il report mette inoltre in luce un dato particolarmente significativo: solo il 34% del campione dichiara di essere intervenuto quando ha assistito o saputo di episodi di violenza, mentre il 57% afferma di non aver mai avuto occasione di farlo; un elemento che segnala una scarsa consapevolezza sociale e una tendenza alla normalizzazione dei comportamenti violenti (p. 6). Tutti questi elementi convergono su una conclusione chiara: le politiche attualmente in vigore - dai piani nazionali antiviolenza alla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 - risultano frammentate e insufficienti, troppo concentrate su interventi emergenziali e non su trasformazioni strutturali (p. 8).

Nelle pagine finali (pp. 88-93), ActionAid propone un insieme articolato di raccomandazioni che coinvolgono vari settori della società: istituzioni, scuola, mondo culturale e ricreativo, trasporti, spazi urbani e contesto digitale. L’obiettivo è costruire politiche realmente intersettoriali che integrino in modo sistematico la prospettiva di genere e mirino a modificare le condizioni che permettono alla violenza di manifestarsi.

Nel suo complesso, il report trasmette un messaggio chiaro e urgente: la violenza non nasce all’improvviso, ma si sviluppa dentro disuguaglianze e stereotipi che rimangono largamente invisibili finché non esplodono. La sfida lanciata da ActionAid è quella di riconoscerli ed affrontarli prima che producano danni irreparabili. Per farlo non bastano campagne di sensibilizzazione o misure punitive: serve una visione politica che trasformi davvero la società, agendo sulla cultura, sui servizi, sugli spazi e sulle relazioni. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui la violenza non “accada”.