Bere caffè è una delle abitudini più diffuse al mondo ed oggi la scienza suggerisce che potrebbe avere effetti positivi anche sul lungo termine. Alcuni suoi componenti naturali, oltre alla caffeina, sembrano contribuire a proteggere le cellule.
Il caffè può sostenere la longevità? La scienza svela il momento migliore per berlo
Alcune ricerche, come quella pubblicata su Ageing Research Reviews, suggeriscono che il consumo regolare di caffè può aggiungere diversi anni di vita sana perché non solo potenzia la longevità, combatte anche gli effetti dell’invecchiamento.
Così, consumare tra 3-5 tazze al giorno o 400 mg di caffeina, secondo le stime dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, è considerata una quantità moderata e sicura per la maggior parte degli adulti, anche se evidentemente ci sono sempre eccezioni e nel caso di chi è sensibile alla caffeina, delle donne in gravidanza o che allattano, l’assunzione di caffeina deve ridursi a 200 mg al giorno.
Una recente ricerca, pubblicata sull'European Heart Journal, conclude che chi beve caffè al mattino ha un minor rischio di morire per malattia cardiovascolare e un minor rischio di mortalità per tutte le cause rispetto ai consumatori di caffè che ingeriscono questa bevanda durante tutta la giornata. Il lavoro conclude che, in confronto con le persone che non bevevano caffè, chi lo faceva al mattino aveva un 16% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa e un 31% in meno di probabilità di morire per malattia cardiovascolare. Tuttavia, non si è osservata alcuna riduzione del rischio generale o particolare in coloro che bevevano caffè durante tutto il giorno.
L’importante, quindi, non è solo se si prende caffè o quanto se ne prende, ma il momento della giornata in cui lo si prende. E infatti l’ipotesi principale sul perché evitare il consumo oltre il mezzogiorno ha a che vedere con l’alterazione dei ritmi circadiani e dei livelli di ormoni come la melatonina. Questo, a sua volta, provoca cambiamenti in fattori di rischio cardiovascolare come l’infiammazione e la pressione arteriosa.
Tuttavia, i benefici del caffè non sono automatici: la modalità di preparazione e ciò che si aggiunge alla bevanda possono modificare molto il suo effetto. Aggiungere zucchero, panna o altri ingredienti può ridurre i vantaggi legati ai composti naturali del caffè.
È quindi ragionevole pensare che, consumato con equilibrio, il caffè possa essere un piccolo alleato della salute. Non è una “cura miracolosa”, ma potrebbe contribuire in modo modesto a sostenere i processi cellulari legati alla longevità, grazie alla sua composizione complessa ed al suo potenziale ruolo nel promuovere meccanismi di rigenerazione e adattamento.