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Medici di famiglia e pediatri sempre meno numerosi: l’Italia rischia il vuoto dell’assistenza primaria

 
Medici di famiglia e pediatri sempre meno numerosi: l’Italia rischia il vuoto dell’assistenza primaria
di Annachiara Albanese

Il nuovo rapporto Agenas 2025 conferma la crisi della medicina territoriale. In dieci anni persi oltre 8.000 professionisti e in arrivo più di 20.000 pensionamenti entro il 2035. Infermieri insufficienti, OSS in aumento ma con età media elevata.

Un sistema sanitario sotto pressione

La rete dell’assistenza territoriale italiana si sta progressivamente indebolendo.
Il nuovo rapporto “Il personale del Servizio Sanitario Nazionale – Dati 2023” pubblicato da Agenas (settembre 2025) fotografa con chiarezza un quadro critico: i medici di medicina generale (MMG) sono diminuiti di 7.220 unità in dieci anni, passando dai 45.203 del 2013 ai 37.983 del 2023. Anche i pediatri di libera scelta (PLS) risultano in calo, con una perdita di 999 professionisti nello stesso periodo.

Oggi l’Italia conta 68,1 medici di base ogni 100mila abitanti, contro i 72,8 della Germania e i 96,6 della Francia.
La conseguenza è un aumento del carico di lavoro per ciascun medico e una crescente difficoltà di accesso alle cure primarie. Nel Lazio, ad esempio, il rapporto medici/abitanti è sceso da 0,92 per mille nel 2019 a 0,83 nel 2023; in Lombardia da 0,72 a 0,62; in Campania da 0,86 a 0,73.
Anche per i pediatri la riduzione è significativa, con un peggioramento del rapporto bambini/pediatra in quasi tutte le regioni.

La “gobba pensionistica”: il tempo stringe

Secondo il rapporto, al 31 dicembre 2023 erano attivi 57.176 medici nel ruolo unico di assistenza primaria, ma quasi il 40% ha più di 55 anni.
Agenas stima che entro il 2035 lasceranno il servizio 20.583 professionisti, pari a oltre 1.700 pensionamenti l’anno.
Il fenomeno della cosiddetta “gobba pensionistica” non riguarda solo i medici del territorio: tra il 2026 e il 2038 circa 39.000 medici del SSN raggiungeranno l’età pensionabile, con picchi previsti tra il 2029 e il 2033 (oltre 3.200 uscite all’anno).

Questo scenario rischia di tradursi in un vero e proprio vuoto assistenziale, con effetti diretti sulla continuità delle cure e un probabile incremento degli accessi impropri ai pronto soccorso.

Più borse e più formazione, ma non basta

Il Governo ha potenziato l’offerta formativa per i medici di base, incrementando le borse di formazione grazie ai fondi del PNRR.
Dal 2020 al 2025 ne sono state attivate 15.830, con un aumento di 900 unità rispetto al quinquennio precedente.
Nel 2025 le borse disponibili sono 2.228, distribuite soprattutto in Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Piemonte.

Sul fronte accademico, il numero dei posti nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia è raddoppiato in dieci anni: da 10.656 nel 2014/2015 a 24.026 nel 2025/2026.
Tuttavia, Agenas avverte: la formazione, da sola, non potrà compensare l’effetto delle uscite se non verrà reso più attrattivo il lavoro nel territorio, troppo spesso percepito come gravoso e poco valorizzato.

Nord più stabile, Sud in difficoltà

La distribuzione dei medici è profondamente disomogenea.
Le regioni più grandi come Lazio, Emilia-Romagna e Toscana registrano un incremento di professionisti tra il 2019 e il 2023, mentre Molise, Basilicata, Calabria e Valle d’Aosta vedono una forte riduzione.
In Basilicata il calo in dieci anni raggiunge il 24,1%, in Molise il 20,2%, in Calabria il 13,2%, in Liguria oltre l’8%.
Il rischio è quello di una “sanità a macchia di leopardo”, dove le aree interne e rurali restano prive di presidî di prossimità, costringendo molti cittadini a spostarsi verso i centri urbani per ricevere assistenza.

Infermieri: carenza cronica e crisi vocazionale

Il problema non riguarda solo i medici.
Nel 2023 gli infermieri dipendenti del SSN erano 277.138, con un lieve aumento (+3,3%) rispetto al 2019, ma il dato resta ben al di sotto della media europea.
In Italia ci sono 6,86 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro gli 8,26 della media UE.
Il rapporto infermieri/medici è tra i più bassi d’Europa: 1,3 contro una media OCSE di 2,1.

Allo stesso tempo, si stima che circa 80.000 infermieri andranno in pensione entro il 2035.
Un ricambio insufficiente, aggravato dal calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in Infermieristica: il numero di domande si è ridotto al punto da eguagliare i posti disponibili, con un tasso di successo del 71%.
Il fenomeno è legato a retribuzioni non competitive, scarse prospettive di carriera e un riconoscimento sociale ancora debole, nonostante il ruolo cruciale dimostrato durante la pandemia.

OSS in crescita, ma con età media elevata

Un segnale positivo arriva dagli operatori socio-sanitari (OSS), che nel 2023 risultano 75.978, con un incremento del 36,8% rispetto al 2019.
Si tratta di una crescita distribuita in quasi tutte le regioni, con un ruolo sempre più importante nelle strutture di assistenza di lungo periodo.
Tuttavia, anche per questa categoria l’età media è di 50 anni e, secondo Agenas, oltre 28.000 OSS andranno in pensione entro il 2035.
Inoltre, la mancanza di un albo nazionale e di un monitoraggio centralizzato sulla formazione rende difficile stimare il reale fabbisogno e pianificare politiche di reclutamento efficaci.

Agenas: serve una pianificazione strutturale del capitale umano

Il rapporto sottolinea che la crisi del personale sanitario si innesta in un contesto demografico sfavorevole: gli over 65 rappresentano già il 24,3% della popolazione e si prevede che raggiungeranno il 34,6% nel 2050.
Un Paese più anziano richiede più cure, ma dispone di sempre meno professionisti sanitari.

Secondo Agenas, “la pianificazione delle professioni sanitarie è la chiave per la sostenibilità del SSN”.
Occorre una programmazione unitaria tra università, regioni e governo, capace di anticipare i fabbisogni futuri, bilanciare le specialità carenti e rendere nuovamente attrattive le carriere sanitarie, oggi penalizzate da carichi di lavoro elevati e scarse prospettive di crescita.

I numeri chiave del rapporto Agenas 2025

  • Medici di medicina generale (MMG): 37.983 (-7.220 in 10 anni)

  • Pediatri di libera scelta (PLS): 6.706 (-999 in 10 anni)

  • MMG per 100mila abitanti: 68,1 (Francia 96,6 – Germania 72,8)

  • Medici nel ruolo unico di assistenza primaria: 57.176 (40% over 55)

  • Pensionamenti previsti entro il 2035: 20.583

  • Borse per la formazione MMG 2025: 2.228 (+900 rispetto al 2020)

  • Infermieri SSN: 277.138 (6,86 per 1.000 abitanti)

  • OSS: 75.978 (+36,8% rispetto al 2019)