Un lavoro pubblicato su The Lancet, intitolato “Lancet Countdown on Health and Plastics”, lancia un progetto per monitorare gli effetti delle plastiche sulla salute umana: identificherà e monitorerà una serie di indicatori che documentano l'impatto della plastica e delle sostanze chimiche plastiche sulla salute in tutte le fasi del ciclo di vita della plastica. Il primo rapporto sugli indicatori è previsto per la metà del 2026.
Il progetto nasce dalla collaborazione di esperti del Boston College, dell’Università di Heidelberg, del Centre Scientifique de Monaco e della Minderoo Foundation australiana. Gli autori evidenziano i molteplici problemi legati alla plastica, a partire dalla mancanza di trasparenza riguardo alle sostanze chimiche presenti, ai volumi di produzione, agli usi, alla tossicità nota o potenziale, e al fatto che molte sostanze contenute nella plastica sono associate a gravi effetti sulla salute durante tutte le fasi della vita.
Diversi studi hanno già evidenziato la presenza di microplastiche nei tessuti e nei fluidi corporei umani e, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprenderne pienamente gli effetti, gli esperti sostengono che è giustificato un approccio precauzionale.
Si stima che il 57% dei rifiuti di plastica non gestiti venga bruciato all'aperto, contribuendo all’inquinamento atmosferico nei Paesi a basso e medio reddito. Inoltre, i rifiuti plastici possono diventare habitat per zanzare e microrganismi, favorendo la diffusione di malattie trasmesse da vettori e alimentando la resistenza antimicrobica.
“Non si può sottovalutare la portata sia della crisi climatica che di quella della plastica”, affermano gli autori. “Entrambe causano oggi malattie, morte e disabilità a decine di migliaia di persone, e questi danni diventeranno più gravi negli anni a venire, con il riscaldamento globale e l'aumento della produzione di plastica”.