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L'enigma del venerdì: chi salva le Borse?

 
L'enigma del venerdì: chi salva le Borse?
Luca Lippi

Per chi osserva i mercati finanziari, è ormai un vero e proprio appuntamento da segnare in calendario. Si tratta di un fenomeno costante e un po’ misterioso: dopo giorni in cui il mercato azionario ha subito vendite decise e ininterrotte, puntualmente il venerdì si assiste a una specie di miracolosa risalita. Non è più un’eccezione, ma un’abitudine. Quando si verifica un fenomeno per quattro volte consecutive, gli analisti smettono di parlare di coincidenza e iniziano a sospettare che ci sia una "manina" invisibile o, meglio, un meccanismo tecnico che interviene per aggiustare i prezzi prima del weekend.

L'enigma del venerdì: chi salva le Borse?

Ma qui sta la grande contraddizione. Mentre l’umore generale migliora il venerdì, i segnali che arrivano dagli altri mercati globali – dai titoli di Stato ai metalli preziosi, fino alle criptovalute – sono unanimi e opposti.
Il messaggio che emerge è chiaro: sta tornando di moda il vecchio e rassicurante adagio finanziario, "Cash is King", che tradotto significa che in tempi incerti, la cosa migliore è fare cassa e tenere i soldi liquidi, pronti all’uso, anziché investiti in asset rischiosi. Questa dinamica pone un interrogativo fondamentale e urgente per tutti: se i flussi veri di denaro si stanno ritirando da ogni investimento, per quanto potrà reggere questa magia artificiale del venerdì?

IL "VENERDÌ MIRACOLOSO" CHE È STRUTTURA, NON CASO

Questo fenomeno è la chiave di lettura di ciò che sta succedendo. Per quattro settimane di fila, abbiamo visto le borse vendute con volumi importanti e in modo costante da lunedì a giovedì. Ma quando si avvicina la chiusura settimanale, i prezzi vengono tirati su in modo netto e improvviso.
È fondamentale capire che questo recupero non è dovuto a un rinnovato ottimismo degli investitori che decidono all'improvviso di comprare azioni vere e proprie (quelli che in gergo tecnico operano sul cash). È invece il risultato di meccanismi strettamente tecnici legati al mondo delle opzioni.

Cosa sono le opzioni? Sono, per spiegarla in termini semplici, dei contratti che funzionano come delle scommesse: danno il diritto (ma non l'obbligo) di comprare o vendere un certo bene (come un'azione) a un prezzo stabilito in futuro. Chi manovra queste scommesse deve continuamente riposizionarsi per coprire i rischi che ha assunto.

In particolare, il rimbalzo del venerdì è guidato dagli specialisti che gestiscono la gamma e il delta. Non servono a noi le definizioni precise, basta sapere che questi sono termini tecnici che definiscono quanto le opzioni sono sensibili ai cambiamenti di prezzo e quanto si avvicina la loro scadenza. Quando si verificano particolari condizioni, questi operatori sono costretti a bilanciare le loro posizioni in modo rapido. Questo aggiustamento tecnico crea un rimbalzo che è artificiale e leggero, ma sufficiente a tenere il mercato "a galla".

Una volta, è un episodio; due volte, è una coincidenza; quattro volte, diventa una struttura. Il mercato non sta salendo perché vuole, ma perché è tenuto su da meccanismi esterni e obbligatori.

IL MESSAGGIO CHIARISSIMO DELL'INTERMARKET: TUTTI FANNO CASSA

Per avere un quadro completo della salute finanziaria globale, dobbiamo guardare oltre le azioni e concentrarci sui mercati correlati. Questo approccio si chiama intermarket e, guardandolo, il messaggio è inequivocabile: è in atto un cash-out generalizzato, cioè una corsa a vendere investimenti per trasformarli in contanti, in liquidità.

Bond e Titoli di Stato: I titoli di Stato a lunga scadenza (quelli che scadono tra i 10 e i 30 anni, detti bond lunghi) sono sotto pressione e soffrono. I loro rendimenti (il guadagno per l'investitore) risalgono in modo deciso. Quando i rendimenti salgono, significa che il prezzo di quel titolo sta scendendo, perché c’è molta gente che lo vuole vendere e poca che lo vuole comprare. Questo è il segno che gli operatori stanno "scaricando" la duration (un termine che indica il rischio legato alla scadenza a lungo termine del titolo) senza pensarci due volte. Non c'è più richiesta di sicurezza, solo desiderio di liberarsi del rischio.

Metalli e Cripto: Anche i beni rifugio, come oro e argento, che in teoria dovrebbero essere ricercati nei momenti di incertezza, mostrano lo stesso copione, sebbene con evoluzioni diverse. Mentre la prima spinta al rialzo era stata sostenuta da un vero interesse, l'ultimo tentativo di salita è stato immediatamente respinto da vendite molto piene e consistenti. Questo è un segnale tipico di chi sta "facendo cassa" e realizzando i guadagni, non di chi sta accumulando oro per un futuro rialzo. Questo stesso comportamento si vede sulle criptovalute, a partire da Bitcoin: si vende ogni volta che i prezzi salgono.

Quando tutti questi mercati – bond, metalli, cripto e azioni – mostrano contemporaneamente flussi di denaro in uscita, il segnale è forte e chiaro: si sta tornando alla liquidità, perché la certezza dei contanti è preferita al rischio degli investimenti.

LA FED TORNA A VEDERCI: ADDIO AL BUIO TECNICO

Una notizia positiva per la chiarezza dei mercati è la fine dello shutdown tecnico del governo USA (una temporanea paralisi amministrativa) che durava da oltre un mese. Finalmente, con l'approvazione del bilancio, i dati economici ufficiali torneranno a essere rilasciati. Questo è cruciale perché permetterà alla Federal Reserve (la Fed, la Banca Centrale americana) di riavere una visione nitida e non più "cieca" della situazione economica generale.

Ciò è fondamentale dato che il 10 dicembre si avvicina il prossimo FOMC, il Comitato che prende le decisioni sulla politica monetaria e sui tassi di interesse negli Stati Uniti. Il semplice rientro in possesso dei dati ha già avuto un impatto immediato sulle aspettative. Il consensus (cioè ciò che la maggioranza degli esperti si aspetta accada) si è trasformato in modo drastico. Prima del meeting precedente, la probabilità di un taglio dei tassi a dicembre superava il 90 per cento. Oggi, il consenso per un taglio si è dimezzato in pochi giorni. Ora, solo il 44,4 per cento del mercato si aspetta che la Fed riduca i tassi. Al contrario, il 55,6 per cento prevede che non ci sarà alcuna mossa e che i tassi rimarranno fermi.

Il mercato, in sostanza, ha mandato un messaggio chiaro alla Fed: "Prima di decidere se tagliare o aumentare i tassi, dobbiamo vedere i dati economici reali. Solo dopo potrai decidere". Finché questa incertezza sulla politica monetaria e sulla direzione dei tassi non verrà risolta, tutto rimarrà sospeso. Nel frattempo, la nostra Piazza Affari di Milano ha fatto un rapido breakout (una forte rottura al rialzo) seguita subito da un pullback (un ritorno tecnico sui livelli appena superati), segno che la confusione e la volatilità regnano sovrane.

CONCLUSIONE

In questo variegato scenario, i mercati azionari continuano a rimbalzare e lo fanno con insistenza il venerdì, che è diventato una specie di airbag tecnico, una rete di sicurezza per i prezzi. Questo rimbalzo, però, non è sostenuto da veri acquisti, bensì è un aggiustamento dovuto ai meccanismi interni delle opzioni.

I flussi veri di denaro indicano infatti tutt'altro: invece di cercare alti rendimenti e performance rischiose, l’obiettivo principale è fare cassa.
È quindi la gestione della liquidità e dei flussi, ora meno impetuosi e più cauti di prima, che sarà l’elemento cruciale da monitorare nelle prossime settimane.